07-12-2021 ore 16:34 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Ex tribunale bocciato: la casa di comunità in via Gramsci. Piloni: ‘è l'ennesimo schiaffo’

La notizia era stata pubblicata lo scorso 29 aprile da Cremaonline. Il titolo non lasciava adito a dubbi: "Caratteristiche strutturali non adeguate'. La regione ha bocciato il Presst nell’ex tribunale". A stretto giro di posta arrivarono le repliche, con gli amministratori locali sicuri che Attilio Fontana avrebbe mantenuto la parola data durante la visita all'hub vaccinale. Il comune ha fatto effettuare anche una perizia strutturale, ritenendo di aver compiuto tutti i passi richiesti dalla "costante interlocuzione" con gli uffici regionali. Passata la riforma della legge sanitaria, la conferma. Notizia peraltro anticipata in consiglio comunale dal capogruppo della Lega. Era il 4 novembre e Andrea Agazzi aveva accusato l'amministrazione cremasca di aver speso soldi senza aver fatto i conti con l'oste. In estate, era il 5 agosto, si discuteva dalla proposta di realizzare una centrale operativa territoriale per il distretto di Asst Crema, tre case di comunità (una nel presidio di via Gramsci, una presso il polo santa Marta di Rivolta d'Adda ed una terza probabilmente tra Lodi e Melegnano). Infine, un ospedale di comunità da collocare presso la sede di Rivolta d'Adda dotato di 20-40 posti letto. Certo faceva caldo, ma il concetto era limpidissimo (clicca per approfondire). 

 

L'ennesima conferma

Ora è arrivata l'ennesima certificazione, peraltro ampiamente nota in epoca Covid, con gli ospedali della cintura milanese salvaguardati a scapito di Crema e del Cremasco, un territorio che evidentemente non è appetibile per la maggioranza che amministra la Lombardia. Vedremo cosa accadrà con le disposizioni dell'Agenas, piuttosto poco lusinghiera col settore sanitario lombardo. Venendo al punto. Come spiega Matteo Piloni “ieri sera il presidente Fontana e la vice presidente Moratti hanno informato i consiglieri di minoranza di aver ‘concluso’ il percorso di individuazione delle case di comunità e degli ospedali di comunità sui territori. Abbiamo così scoperto che la regione ha deciso di ignorare la proposta di realizzare una casa di comunità presso l’immobile dell’ex tribunale di Crema, preferendo l’immobile di via Gramsci, a mio avviso completamente inadeguato a partire dall’assenza di parcheggio e dalla vicinanza con il mercato che, per tre mattine, rende ancor più difficoltoso da raggiungere”.

 

Contro le richieste dei sindaci

Secondo il consigliere regionale del Pd “una decisione che va contro le richieste dei sindaci e del territorio nonostante le promesse di Fontana che, sia lo scorso aprile in visita al centro vaccinale, che recentemente in visita in città, aveva rassicurato circa l’utilizzo dell’ex tribunale. A questo punto ci chiediamo: chi comanda in regione? Fontana o la Moratti? Vista la decisione presa, è legittimo pensare che l’assessore alla sanità conti di più del presidente della regione. L’amministrazione di Crema, oltre ai soldi spesi per l’allestimento del centro vaccinale (soldi dei cremaschi) ha speso anche risorse per dimostrare l'assoluta adeguatezza infrastrutturale dell'immobile, per il quale è bene ricordare è stata data ampia e formale disponibilità per l’utilizzo attraverso la concessione gratuita dell’immobile, di fatto mettendolo nella piena disponibilità della regione”.

Le risorse del Pnrr

“Ricordo che per la realizzazione della case di comunità la regione potrà avvalersi delle risorse europee del Pnrr. Per ogni casa di comunità è prevista una spesa di 1.5 milioni di euro. Il resto deve essere garantito dalla regione che, a questo punto, sta dimostrando di non volere investire nella sanità di territorio e nelle esigenze del cremasco che, ad oggi, su un bacino di 165 mila abitanti vede solo due case di comunità: una a Crema, in un immobile non adeguato dal punto di vista dell’accessibilità e l'altra presso il santa Marta di Rivolta d’Adda. Un po' pochino per una regione che racconta di voler potenziare la medicina di territorio”.

 

Cremasco abbandonato dal centrodestra

Secondo Matteo Piloni “è una decisione che sembra ormai presa nonostante l’incontro che i sindaci avranno il prossimo giovedì con la vice presidente Moratti. Incontro richiesto tre settimane fa, durante la maratona sanità in consiglio regionale e da me sollecitato. Incontro fissato l’indomani di una decisione che sembra ormai presa definitivamente, vista la scadenza del 10 dicembre (venerdì) per trasmettere al governo l’elenco dettagliato delle strutture individuate. Ancora una volta i fatti si scontrano con le parole e le promesse. Ancora una volta Fontana, Moratti e tutto il centrodestra dimostrano di non interessarsi del cremasco e dei cremaschi”.

 

M5s: “Una doccia fredda”

“Le promesse di Fontana valgono zero”. Per Marco Degli Angeli, consigliere regionale del M5s “è una doccia fredda che travolge tutto il territorio cremasco. Si è preferito lo stabile di via Gramsci, inadatto per motivi logistici, spazi e viabilità. Purtroppo c’è chi da ancora credito alle promesse da marinaio di Fontana. Avevo messo in allerta il territorio a fine a aprile, riportando una risposta netta che l’assessore Moratti aveva dato ad una mia interrogazione. La vicepresidente, in modo tranchant, riteneva superata e non percorribile l’ipotesi ex tribunale. Purtroppo, piuttosto che serrare le fila, venni attaccato da parte della politica locale, ed etichettato come complottista e si preferì applaudire, accogliere con libri e credere ai cotillons e alle promesse da marinaio di Fontana, che in visita all’hub cremasco, smentì la vicepresidente Moratti a distanza di 24 ore”.

 

Cremasco pesantemente penalizzato

“Il valore delle promesse di Fontana si pesano con la decisione di oggi. Valgono zero. Altro che garante per il nostro territorio. È evidente che in regione comanda il vicepresidente e non il governatore. La regione ha infatti ignorato anche le perizie, eseguite dal comune di Crema, per dimostrare l’agibilità dell’ex tribunale. Per l'ennesima volta il cremasco viene considerato di serie B e non degno di un investimento serio e condiviso con gli amministratori locali. Maroni nel 2015 aveva provato a togliere l’autonomia al nostro ospedale, ora Fontana affossa in partenza ogni tentativo di rilancio della sanità territoriale del cremasco, che ad oggi riceve solo due cose della comunità, quindi è pesantemente penalizzato”.

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