28-10-2016 ore 14:25 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Fondazione san Domenico, autunno bollente. Lazzari rimane nel cda. Bettenzoli: “il problema resta, non farò il Cincinnato”

Che dire: il luogo è perfetto. L’avvicinarsi di halloween pure. Dolcetto o scherzetto? Oppure, più prosaicamente: un colpo di teatro. Fausto Lazzari resta nel consiglio di amministrazione della Fondazione san Domenico. La conferma arriva dai documenti, firmati dal segretario di Prc, Piergiuseppe Bettenzoli: “Il partito della Rifondazione comunista, circolo di Crema, rende noto che questa mattina, alle ore 11 circa, è stata protocollata in Comune a Crema una lettera del professor Fausto Mario Lazzari, indirizzata al presidente del Consiglio comunale e al sindaco di Crema”.

 

Scritte e sottoscritte

Il consigliere d'amministrazione della Fondazione san Domenico, citando testualmente, “richiama il fatto di non aver mai presentato le dimissioni, in forma scritta e sottoscritte, al protocollo del Comune, indirizzandole al presidente del Consiglio comunale, organo istituzionale che lo ha eletto, ma di aver solo scritto una mail priva di valore giuridico al presidente della Fondazione. Infatti, in analogia alle dimissioni di un consigliere comunale, le stesse, ai sensi dell'articolo 38, comma 8, del T.U.E.L. 267/2000, devono essere indirizzate al rispettivo consiglio, presentate personalmente, sottoscritte, al protocollo dell'ente”.

 

La surroga e “il vero problema”

“Pertanto – prosegue Bettenzoli - non si pone il problema della surroga, non essendo mai state formalizzate le dimissioni. Allo stato attuale, il professor Lazzari (nella foto) non intende formalizzarle. Resta tutto aperto il vero problema, quello della mancata approvazione del conto consuntivo, ai sensi dell'articolo 16 dello Statuto della Fondazione, che prevede il voto favorevole di almeno due membri eletti dal consiglio comunale di Crema”. Qui i dettagli.

 

La sfiducia

“Il partito della Rifondazione Comunista ritiene la mancata approvazione del conto consuntivo equivalente ad una sfiducia nei confronti della gestione della Fondazione e chiede al Comune di Crema di prenderne atto e di intervenire conseguentemente per favorire il rilancio della Fondazione San Domenico”. Tradotto dal linguaggio politico: o il presidente Giuseppe Strada (nell'immagine) si dimette o lo deve far dimettere il Comune. Apriti cielo. La notizia lascia di stucco gli addetti ai lavori e la stessa Fondazione. I soci “privati” sono già piuttosto innervositi con i referenti comunali; non solo col Lazzari, in verità, che pareva una grana ormai superata, ma anche e soprattutto con Domenico Baronio, in quota Cinque stelle. (qui l’approfondimento)

 

Cincinnato e la vita privata

Quando ormai tutto pareva ricomposto ecco l’asso giocato da Rifondazione. “Non ho alcuna intenzione di fare il Cincinnato”, sbotta Beppe Bettenzoli. Lui ed il partito di Rifondazione comunista sono vivi e vegeti e non hanno alcuna intenzione di ritirarsi a vita privata. Anzi: “Nei prossimi mesi ne vedremo delle belle” assicura mentre spazza le foglie secche davanti al cancello di casa. “Credo anzi sia stato un atto di coraggio da parte di Fausto. La misura era colma. Sarebbe stato più semplice metterne uno che diceva di sì al conto consuntivo”. Il riferimento è a SeL, "che ha proposto Letizia Guerini Rocco al posto di Lazzari. Con gli amici di SeL ci dovremo sicuramente incontrare più volte prima delle elezioni. Diciamo che questo è solo l’antipasto”. Dai lunghi corridoi della Fondazione non mancano preoccupazioni e commenti a denti stretti. La speranza è che gli sponsor privati non si stanchino della messa in scena e passino dalle intenzioni ai fatti. Il Comune di Crema non sarebbe in grado di riprendere la gestione del san Domenico e del Folcioni. Quelli che al momento sono spifferi potrebbero velocemente divenir tempesta. E Shakespeare almeno stavolta non c'entra.

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