03-10-2016 ore 20:12 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. San Domenico e Comune, sono ore decisive. Il futuro della Fondazione, il voto di Cinque stelle e Rifondazione

Per il teatro san Domenico e la cultura cremasca, quindi anche per l’amministrazione comunale, sono ore decisive. Mercoledì 5 ottobre, ore 18, il consiglio di amministrazione della Fondazione san Domenico è chiamato ad approvare il bilancio consuntivo e quello preventivo; all’ordine del giorno anche l’evoluzione del mercato Austroungarico. Nei giorni scorsi il presidente Giuseppe Strada ed il sindaco Stefania Bonaldi si sono incontrati in un noto locale del centro storico, posto in uno stretto passaggio, perfetta metafora di quanto accadrà tra poche ore. Ad alcuni assidui frequentatori del teatro di piazza Trento e Trieste non è sfuggita la crescente tensione.

 

I rappresentanti del Comune

Secondo lo Statuto della Fondazione san Domenico il bilancio – qui la presentazione del vicepresidente Chessa - deve essere approvato da almeno due dei tre rappresentanti del consiglio di amministrazione nominati dal Comune. Chi sono? Giuseppe Strada, Domenico Baronio (in quota Movimento 5 Stelle) e Fausto Lazzari (in quota Rifondazione comunista, che esprime anche l'assessore alla cultura). Cerchiamo di capire quale sarà l’esito della votazione, dando per scontato il voto favorevole di Strada, potrebbe essere contrario quello di Baronio, se venisse confermato l'orientamento del Movimento 5 Stelle che, tramite Alessandro Boldi e Christian Di Feo, non ha mai fatto mistero di non essere tra i massimi sostenitori della presidenza Strada. Anzi (qui un esempio recente). Il voto di Lazzari diventerebbe quindi decisivo.

 

La Rifondazione

“Qualunque scelta farà Fausto Lazzari, persona che stimo ed alla quale sono legato da profonda amicizia, sarà da me condivisa e sostenuta”, spiega Piergiuseppe Bettenzoli, segretario del circolo cremasco di Rifondazione Comunista: “Non facendo parte del cda del san Domenico non posso entrare nelle loro scelte. Certo, per gestire un teatro bisognerebbe lavorare con collegialità e non come il padrone della melunéra. La scelta che è stata fatta del presidente non si è rivelata una scelta adatta ad un organismo come quello del teatro; sarà un bravissimo manager e un bravissimo preside, ma la Fondazione san Domenico deve essere come un’orchestra, ognuno ha il suo ruolo definito, non c’è una persona che comanda tutti gli altri. Il presidente dovrebbe essere un primus inter pares; se mercoledì ci saranno delle difficoltà, qualcuno dovrà ragionare sulla scelta che è stata fatta”.

 

Scelte ponderate

“Voglio però essere chiaro”, aggiunge Bettenzoli: “non spetta a me decidere cosa votano i membri del cda. La scelta è in completa autonomia, posso dire che come Rifondazione difenderemo l’autonomia di Lazzari e la sua scelta. La stima è talmente tanta e la professionalità talmente chiara che non c’è bisogno di imporre nulla. Quando lo abbiamo indicato come membro del cda del san Domenico sapevamo di proporre una persona di grande valore. Stimo anche Baronio, che conosco da 30 anni e che ha sempre organizzato iniziative di alto interesse, come quando in piazza si bruciava la vecchia. Sono due persone da sempre impegnate sul fronte culturale, uno più sull’aspetto teatrale, l’altro su quello musicale; quindi se fanno una scelta la fanno ponderata”.

 

Il futuro della Fondazione

“Per quanto riguarda il teatro san Domenico e la Folcioni - conclude Bettenzoli - mi rendo conto che ci sono dei problemi, ma sicuramente sono nati da un modo di gestire il teatro con la logica del primo attore, invece che del direttore d’orchestra. Mi auguro che il prossimo presidente sia in grado di ascoltare tutti i musicisti in campo e di metterli insieme per creare l’opera collettiva”. In caso di bocciatura del bilancio, evento che non si è mai verificato, "il presidente Strada non sarebbe obbligato a dimettersi" spiega Alessandro Boldi: "certo, io fossi in lui mi dimetterei, ma stando allo Statuto potrebbe anche rimanere in carica e ripresentare il bilancio la settimana dopo. Cosa voterà Baronio? Non saprei, voterà in autonomia. So che ci sono dei problemi e non abbiamo mai nascosto il nostro punto di vista, ma se le cose che non vanno venissero aggiustate, il nostro voto potrebbe anche cambiare".  

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