24-02-2015 ore 14:01 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Servizio civile volontario per attività socialmente utili. In Consiglio comunale il dibattito sul “metodo selettivo per sfiduciare tanti falsi poveri”

Lavori socialmente utili per avere in cambio l'assistenza del Comune. Non si può certo dire che non abbia creato dibattito, ieri sera in Consiglio comunale, la mozione di Tino Arpini e sostenuta a spada tratta dalla minoranza. In apertura di seduta il capogruppo di Solo cose buone per Crema ha lamentato la “scarsa attenzione” ricevuta dalla struttura comunale ed in particolare dall'assessore Angela Beretta, “che ha persino sbagliato a contattare il Comune che le avevo segnalato, peraltro amministrato dal centrosinistra, per avere delucidazioni sul progetto”.

 

Servizio civile volontario

Il centrodestra vorrebbe l'istituzione di un servizio civile volontario per attività socialmente utili. Secondo Tino Arpini, Solo cose buone per Crema, stanti le attuali difficoltà delle amministrazioni ed il crescente numero di “furbetti”, “sarebbe un ottimo metodo selettivo per sfiduciare tanti falsi poveri che si accodano nelle richieste togliendo o riducendo mezzi estremamente necessari a chi è nella effettiva indigenza” che il Comune fornisse aiuti ed elargisse risorse in cambio di un impegno attivo a favore della comunità.

 

Diritti e sostegni

“Colui che furbescamente pretende solo diritti per dedicarsi meglio alla ludopatia, all’alcool o semplicemente alla apatia parassitaria, si sottrarrà egli stesso dal chiedere contro l’incarico di un servizio civile, ben accetto invece da colui che mira a garantire un sostegno alla sua famiglia in temporanea difficoltà. Ne nascerebbero rapporti più utili per l’intera comunità – conclude l’esponente di minoranza - e più dignitosi per gli stessi in difficoltà”.

 

Parte della minoranza (foto © Cremaonline.it)

Spalatori di neve unitevi

In estrema sintesi, per esemplificare, l'assunto è questo: quando nevica, perché non si utilizzano le persone aiutate dal Comune, o disoccupati, cassaintegrati, eccetera, per spalare la neve? Nel centrosinistra Pietro Mombelli, Pd, s'è detto stupito di ritrovare la mozione in Consiglio comunale, visto che già in Commissione “erano emerse tutte le criticità” della proposta. Una per tutte? “Se vogliamo fare lavorare la gente gratis, ok, ma non chiamiamolo volontariato”. Valutando il numero di persone prese in carico dall'amministrazione di Crema nello scorso anno, ha sostenuto Mombelli, “il 63% è formato da minori o anziani”, non proprio le figure più indicate per spalare la neve. La soluzione per liberare risorse, ha concluso Mombelli, “è lavorare sull'evasione fiscale”.

 

Parte della maggioranza (foto © Cremaonline.it)

Gli antichi retaggi e la lezioncina

Ribadendo i retaggi ideologici e le preclusioni della maggioranza, il centrodestra ha sostenuto questa tesi: “avreste bocciato qualunque nostra richiesta, pur di non dover accogliere un'istanza positiva e migliorativa, tra l'altro molto gradita alla città, proveniente da noi”. Antonio Agazzi, Servire il cittadino, ha quindi chiesto “più creatività e fantasia” nell'approciare simili temi. In tutta risposta Teresa Caso, Pd, ha rispedito al mittente “la lezioncina sulla condivisione. Nessuno ha negato apertura alla richiesta di Arpini, ma era chiaro a tutti, in Commissione, che l'assessorato risponde già adeguatamente” alla necessità di limitare il mero assistenzialismo, promuovendo azioni e percorsi di reinserimento lavorativo. Non solo: “vi invito ad essere più attenti a quanto fa l'amministrazione, che col progetto Wel(fare) Legami ha dato vita ad una rivoluzione capernicana del sistema dei servizi sociali”.

 

Profili d'illegittimità

Concetti ribaditi anche da Emanuele Coti Zelati, SeL: “in Commissione era parsa evidente la delicatezza giuridica dell'argomento; la mozione del consigliere Arpini conteneva e contiene delle imprecisioni, che possono esporre il Comune a violazioni in materia di tutela del lavoro”. Christian di Feo, M5S, ha quindi chiesto l'intervento del segretario generale, al quale non è rimasto che ricordare che la mozione ha carattere d'indirizzo e i profili di illegittimità troverebbero concretezza nel momento in cui l'amministrazione decidesse di realizzare quanto richiesto nel documento.

 

Costi maggiori del beneficio

È quindi toccato a Dante Verdelli, Patto civico, spiegare di aver approfondito la mozione Arpini dal punto di vista legale e di avere ampiamente illustrato in commissione tutte le criticità: in sostanza, “avrebbe avuto costi maggiori del beneficio”. Finalmente posta in votazione, ecco il risultato: favorevoli 6, contrari 15, astenuti 0, mozione non approvata.

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