19-11-2016 ore 16:26 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Azioni Padania acque, sette sindaci fan chiarezza. Smontata la conferenza stampa di Laura Zanibelli e Simone Beretta

Sette sindaci, otto punti e una citazione di Clint Eastwood che da sola è in grado di riassumere l’intera vicenda. Quale? “È meglio che prendi nota: io sono cattivo, incazzato e stanco”.  La conferenza stampa che parte del centrodestra cremasco ha dedicato ad Scrp, Padania acque ed al comune di Crema – qui il dettaglio - ha fatto letteralmente sobbalzare una manciata di primi cittadini cremaschi. Ne è nato un comunicato stampa, che pubblichiamo integralmente data l’importanza della vicenda.

 

Il 4% azioni di Padania Acque

“Sgombriamo subito il campo da equivoci: non spetta a noi difendere il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi. Lo sa fare benissimo da sola. Chiaro? Ci interessa invece puntualizzare alcune affermazioni di Simone Beretta e Laura Zanibelli, consiglieri comunali di Crema, riportate da media locali. Frasi che i due esponenti del centrodestra avrebbero pronunciato venerdì durante una conferenza stampa da loro convocata. Dichiarazioni ribadite in un comunicato stampa firmato dai Gruppi consiliari Servire il Cittadino, Solo Cose Buone per Crema, FI, NCD. Tema della discussione: il 4% azioni di Padania Acque che dovevano finire nel portafoglio di Scrp con un esborso di 1 milione e 600 mila euro dei soci e che probabilmente non ci finiranno”.

 

Genuflessi e presunti leader

“Punto uno. Beretta e Zanibelli accusano il comune di Crema di avere bloccato l’operazione. Dimenticano che il 90% o forse più dei comuni soci di Scrp ha espresso la stessa posizione. Tra coloro che non hanno approvato la delibera compaiono quasi tutti i sindaci di centrodestra, alcuni con peso specifico elevato, ad esempio Soncino e Romanengo. Tra i reprobi anche i comuni-soci di Scrp della Lega, Pizzighettone compreso. Tutti genuflessi a Crema? Punto due. Non ci interessa discutere se la Bonaldi sia o meno la leader del Cremasco. Sottolineiamo che i presunti leader del centrodestra non sono stati capaci di convincere i propri sindaci a decidere in maniera diversa dal sindaco di Crema. Sono questi i leader dl centrodestra?”

 

Er mejo fico del bigoncio

“Punto tre. La decisione contestata da Beretta e Zanibelli è degli oltre 40 sindaci cremaschi i quali hanno espresso autonomamente un parere che coincide con quello del comune di Crema. E coincide ha un significato diverso da uguale. Una sfumatura semantica, una pippa se volete, ma dal contenuto pregnante. I sindaci del circondario non sono “venuti giù né con la piena del Serio, né dell’Oglio, né dell’Adda”. Non sono proni alla città, almeno non tutti. Crema è importante, ma non decide per gli altri comuni. Probabilmente ci sbagliamo, ma dalle dichiarazioni di Beretta e Zanibelli non traspare questa autonomia decisionale della periferia. Insomma Crema non è er mejo fico del bigoncio, per bolla papale o imposizione divina. Spesso lo è, ma non sempre”.

 

I segretari, la delibera e i dividendi

“Punto quattro. Durante la riunione informativa organizzata da Scrp lunedì scorso è emerso che più di un segretario comunale ha espresso perplessità sulla validità della delibera da approvare. Perplessità non dissolte dal dibattito che si è tenuto. L’articolo 4 e 5 della legge Madia non sono cavilli. E i segretari non sono né di destra né di sinistra, né di centro. E non sono neppure di Crema. Punto cinque. Beretta e Zanibelli illustrino il vantaggio di stare in minoranze - anche con le eventuali parte di azioni liberate dalla Provincia – con una quota superiore all’attuale quando Padania acque è una società che per legge non distribuisce dividendi. Non sarebbe più utile per i cittadini impiegare il milione e seicentomila euro in opere condivise sul territorio?”

 

I sindaci e la sconfitta degli unti del signore

“Punto sei. Beretta e Zanibelli affermano che con questa decisione si avranno ripercussioni economiche e ambientali sul nostro territorio. Da quando un mancato aumento della partecipazione azionaria di minoranza ha una ricaduta ambientale? Punto sette. Il comune di Crema detiene in Padania acque una quota dell’0,0422, quasi nulla, la terzultima del Cremasco, meno di Ticengo che ne ha lo 0,32210. Ogni commento è superfluo. Punto otto. Bisogna saper perdere. In questa occasione i giochi di partito, gli inciuci, il consociativismo sono stati sconfitti. Hanno vinto i sindaci. Gli unti dal signore e i supposti tali, per una volta, sono stati abbandonati dalla truppa. I sindaci si sono rotti di mettere le proprie terga al servizio di altri. In alto i cuori. Una rondine non fa primavera. Potrebbe però essere l’inizio di una dialogo per una coalizione tra i piccoli comuni del Cremasco. Un segnale per contare e fregarsene della casacca indossata. I manovratori del vapore, quelli che vivono nella turris eburnea, sappiano che ad alcuni sindaci da un po’ di tempo, piace citare Clint Eastwood”, ma di questo abbiamo già dato conto.

 

I sindaci firmatari

Mancano i firmatari del comunicato; eccoli: Rosolino Bertoni, sindaco di Palazzo Pignano, Luca Cristiani, sindaco di Casaletto di Sopra, Gabriele Gallina, sindaco di Soncino, Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco Vidolasco, Nicola Marani, sindaco di Salvirola, Paolo Palladini sindaco di Vailate, Attilio Polla, sindaco di Romanengo.

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