16-05-2019 ore 20:36 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

A2A-Lgh fino al 2021. Ok dal Consiglio fra torte, 'fallimenti' e 'posizioni molto liberali'

È stato approvata a maggioranza (17 favorevoli, il voto contrario del M5s e l’astensione della Lega) l’integrazione dell'accordo di partnership A2A-Lgh. Il closing è avvenuto il 4 agosto del 2016, il contratto avrebbe scadenza nel 2019, pertanto Crema ha approvato la proroga di due anni; l’atto deve raccogliere l’adesione dei soci ed essere ratificato dal Comune di Lodi. Antefatto. Secondo l’Anac, accogliendo un esposto del M5s, la vendita del 51% di Linea group holding spa ad A2A (per oltre 98 milioni di euro) avrebbe dovuto passare attraverso una gara pubblica. A2a ed Lgh sono multiutility. Si occupano di erogazione di metano, energia elettrica e della raccolta e gestione dei rifiuti. I soci hanno impugnato il provvedimento Anac, ora in attesa di una sentenza del Tar.

 

Posizione molto liberale

Veniamo al dibattito. Per Forza Italia ha espresso “una posizione molto liberale” Simone Beretta, pur sottolineando la necessità che ad aziende di queste dimensioni “vengano forniti gli obiettivi di tutela ambientale”, unico modo perché “si proceda ad investimenti” positivi per il territorio: “in Italia abbiamo società troppo piccole per competere a livello internazionale”. Per il Partito democratico Anna Acerbi ha promosso l’operazione, che contiene anche la proroga del sub-patto parasociale tra i soci Territoriali e sottolineato con forza i “vantaggi territoriali”. Tra i quali spiccano “il mantenimento degli accordi sugli investimenti, sui livelli occupazionali e sui vari indotti”.

 

“Un fallimento”

Di tutt’altro canto il punto di vista della Lega. “Non credo in questa operazione; se gli azionisti fanno salti di gioia, bisogna essere onesti nel dire che il progetto iniziale di Lgh è un fallimento”. Andrea Agazzi l’ha anzi definito “un regalo decisamente costoso fatto a qualcuno. Il prezzo che l’imprenditoria sta pagando è veramente alto. Un conglomerato di questo tipo sta modificando tutto il mercato, come sostenuto dall’Anac”. Per il capogruppo leghista “A2A nel mercato italiano è in posizione di preminente controllo, anche se all’estero è un moscerino”. Eppure “sta raccogliendo un potere enorme. La legislazione dovrà andare verso una determinata direzione, tutto fuorché un mercato libero”. I manager lavoreranno anche “in maniera egregia”, ma per il Carroccio l’impianto complessivo è fortemente negativo. Forti critiche sono arrivate anche dal Movimento 5 stelle. Manuel Draghetti ha ricordato che i suoi predecessori Alex Boldi e Christian Di Feo avevano concluso il proprio intervento regalando una torta al sindaco in onore delle nozze tra Lgh-A2a: “Avrei voluto portarne un’altra – ha chiosato Draghetti - ma A2a si è mangiata tutto”.

 

Dividendi e sottopasso di santa Maria

Nel corso del dibattito il sindaco ha respinto, ritenendola infondata, l’accusa della Lega, che ha parlato di un fallimento dell’operazione, perché “negli anni è stata evidente l’evoluzione dei servizi pubblici locali passare dalle aziende dei Comuni ad una multiutility. I risultati ci sono e i servizi vengono erogati e assegnati attraverso gare. C’è attenzione ai territori? Certo, si salvaguardano livelli occupazionali”. Ha quindi segnalato “i 12 milioni di dividendi ai soci, che a Crema consentiranno di allocare alcune risorse per il sottopasso di santa Maria”. Le decisioni si prendono a Milano: “benissimo, il rischio era che venissero prese a Bruxelles, a Parigi, a Lione e a Berlino. Se si prendono a 40 chilometri da qui sono tranquilla”.

 

Don Abbondio e i danni incalcolabili

Voto favorevole per Forza Italia. Il capogruppo Antonio Agazzi ha citato don Abbondio, vaso di coccio tra vasi di ferro: dire “piccolo è bello, in una realtà globalizzata come l’attuale non regge”. In sostanza, ha promosso l’operazione: “il tema è la capacità di investimento sul territorio e reggere concorrenze globali. Che il centro decisionale si sia un attimino spostato era nelle cose. Non poteva che finire così. Tutelati i livelli occupazionali”, l’attenzione si sposta sulle possibilità di “calmierare le tariffe”. Per Emanuele Coti Zelati della Sinistra “non possiamo tirarci indietro rispetto a questa operazione. I danni economici sarebbero incalcolabili”.

 

Rafforzare la multiutility lombarda

Ha snocciolato i vari gruppi internazionali e la competitività del mercato Gianantonio Rossi: “Abbiamo solo due competitor a livello nazionale, Eni ed Enel. Per questo crediamo nell’operazione di rafforzamento della multiutility del territorio lombardo: per tentare di non essere prede della finanza internazionale”. Favorevoli anche le civiche, Francesco Lopopolo: “siamo in presenza di un’operazione solida. Nostro compito come amministratori è fornire migliori servizi al prezzo più basso e usare gli eventuali utili per i cittadini. Questa partnership in atto è ancora la migliore opzione”.

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