15-04-2021 ore 18:29 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Finalpia. Emergenti esigenze sociali, il Pd sicuro: ‘Vendere mossa saggia e oculata”

Prosegue il dibattito sul futuro dell’ex colonia di Finalpia. La posizione del Partito democratico è chiara: “vendere l’immobile di Finale come l’inizio della rinascita della Fondazione Opera Pia”. A distanza di qualche mese dalla richiesta di avvio di una riflessione, Jacopo Bassi e Antonio Geraci, rispettivamente capogruppo e segretario del Pd cremasco, tornano sulla vicenda, sostenendo che “mentre alcune forze politiche di centro destra continuano ad alimentare il fuoco della polemica fine a se stessa, il cda dell’Opera Pia ha avviato un proprio percorso organico che sembra andare nella direzione giusta”.

 

Perizia e bando pubblico

“Da un lato, dopo aver ottenuto una perizia estimativa, ha avviato una procedura ad evidenza pubblica per la vendita dell’immobile di Finale; dall’altro, insieme all’amministrazione comunale, ha dato avvio ad una fase di ascolto con gli stakeholders più impegnati nei settori sociali che riguardano le aree degli anziani, delle famiglie e dei minori, delle disabilità e delle marginalità. Da questi incontri sono emersi molti spunti interessanti e parecchi suggerimenti utili che possono trasformarsi in altrettanti progetti che costituiscono il rilancio della Fondazione attraverso nuove attività da mettere a disposizione della città e del suo territorio”.

 

Vendere: “mossa saggia e oculata”

Per i due esponenti ‘dem’ “l’avvio di tali attività, però, richiede un importante investimento economico per realizzare le necessarie strutture ricettive e l’organizzazione operativa che le dovrà gestire. A questo fine la vendita dell’immobile di Finalpia pare essere una mossa saggia ed oculata posto che: in primo luogo non si tratta di una svendita; in secondo luogo la Fondazione non ha entrate e deve sostenere costi fissi di gestione per circa 200 mila euro l’anno. In terzo luogo ogni tentativo di dare in gestione un albergo a 4 stelle si è sempre rilevato fallimentare contribuendo nel tempo ad aumentare i debiti della Fondazione”.

 

C’era una volta la colonia”

Il tempo scorre veloce; Bassi e Geraci chiedono “a tutti coloro che continuano a chiamare affettuosamente “Colonia” ciò che da almeno 20 anni è diventato un albergo a 4 stelle, vorremmo chiedere di fare un salto nel presente e prendere coscienza che esiste tutta una parte di popolazione cremasca che non è così legata sentimentalmente alla struttura di Finale Ligure. Ed è anche giusto che la Fondazione Opera Pia guardi al futuro e cerchi di individuare il modo per venire incontro alle esigenze dei cittadini e del suo territorio di oggi mettendo in atto quelle attività che sono più vicine all’oggetto del proprio statuto, piuttosto che assurgere solo il ruolo di locatore immobiliare”.

 

Nuove progettualità

Per chiudere, si passa al “ruolo della politica”. Segretario e capogruppo del Partito democratico si dicono convinti che “in questa fase, debba essere quello di conservare il patrimonio economico e storico di Finalpia, ma questo non lo si fa, a nostro parere, fossilizzandosi sul possesso di un bene la cui gestione è critica. Viceversa, pensiamo che trasferire tale patrimonio in nuove progettualità per rispondere alle emergenti esigenze sociali sia il modo migliore per mantenere vivo lo spirito della Fondazione”.

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