24-04-2019 ore 19:58 | Economia - Crema
di Andrea Galvani

Scrp, le quote da pagare agli otto sindaci. Casorati: ‘Consorzio.it serve o va chiusa?'

Com’è noto, gli otto sindaci cremaschi che hanno effettuato il recesso da Scrp si sono rivolti alla magistratura per ottenere il pagamento delle rispettive quote (qui il dettaglio). Sulla vicenda interviene Aldo Casorati, presidente dell’area omogenea cremasca: “Ognuno è libero di intraprendere tutte le decisioni che ritiene opportune e perseguire tutte le azioni conseguenti siano esse compito della magistratura o di un altro organismo arbitrale. È comunque inequivocabile che questa decisione ha prodotto e produce divisione nel nostro territorio ben al di là di alcune semplici dichiarazioni o prese di posizione”.

 

Braccio operativo della politica

“Nessuno dei sindaci rimasti in Scrp ha mai sostenuto che l’unità territoriale si mantiene con una società per azioni. Si è sempre sostenuto che la Società deve essere il braccio operativo dell’azione politica. Il caro Consorzio intercomunale cremasco da tutti evocato ne è stato l’esempio. Ha svolto la funzione di braccio operativo di una politica territoriale illuminata. È da questa scelta politica che nasce l’identità territoriale cremasca ed è da qui e da una corretta gestione del patrimonio e da investimenti territoriali innovativi e lungimiranti che i comuni recedenti possono chiedere di essere liquidati”.

 

Patrimonio e varchi

“Da una Società che avesse debiti o non avesse patrimonio, non ci sarebbero soldi per nessun Comune recedente. Questo è bene ricordarlo perché nessun Comune ha investito soldi dal proprio bilancio. Una domanda: ma se avessimo liquidato le nostre due società partecipate e tutti i Comuni avessero chiesto e incassato “i loro soldi”, non sarebbero sorti problemi per i lavoratori ? Io lascerei questa risposta ai dipendenti che mi sembrano i veri interessati al quesito. La decisione di fare l’investimento sui varchi, che stanno dando ottimi risultati riguardo alla sicurezza (oggi, tanto sbandierata e sfruttata) e un grande contributo alle forze dell’ordine grazie alla totale copertura del territorio, è stata assunta dai rappresentanti dei Comuni pari a circa l’80% della popolazione e questa è la dimostrazione, mai detta, che la decisione è stata assunta non dai 4 comuni più grandi ma dall’80% della popolazione. Mi domando di fronte a questi numeri non sarebbe stato corretto, giusto e democratico, in una società partecipata rispettare la volontà della stragrande maggioranza?”

 

Ogni testa un voto

“La nuova società in house con il comitato di indirizzo e controllo analogo con precisi impegni e responsabilità da parte dei sindaci, dove ogni testa vale un voto e non per quote possedute non è la dimostrazione di una gestione collegiale e paritaria tra comuni grandi e piccoli? Il completamento dell’ iter autorizzativo e l’imminente inizio dei lavori per la posa della banda ultralarga, il progetto e l’ appalto dell’efficientamento degli impianti di illuminazione pubblica per 19 comuni, la gara per la mensa di vari Comuni del Cremasco, non sono esempi virtuosi di attività e di interventi territoriali. Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro e alla competenza delle nostre società; Consorzio.it sta partecipando attivamente al progetto di un Polo universitario di alta tecnologia a Crema e di un progetto di collegamento territoriale di piste ciclabili. A questi due progetti stanno dando una collaborazione attiva e convinta tutti e tre i nostri consiglieri regionali Degli Angeli (5 Stelle), Lena (Lega) e Piloni (Pd)”.

 

L’utilità di Consorzio.it

“All’uomo della strada sorgerà spontanea, dopo aver letto questo punto, una domanda: ma alle forze politiche allora questa Consorzio.it interessa ed è utile per il territorio o va chiusa? Cari politici diamo per favore una risposta chiara a questo povero uomo. Io ho messo in evidenza i molti aspetti positivi, con particolare riguardo ad una Società, che ha operato bene a servizio del territorio e presenta un patrimonio e un bilancio molto positivi. Certamente, mancanze, imprecisioni, ritardi ci sono senz’altro stati, non si possono negare, ma con quanto sopra esposto, non sarebbe stato positivo per il territorio continuare ad impegnarsi uniti nella nuova società in house?”

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