05-05-2013 ore 12:35 | Cultura - Manifestazioni
di Andrea Galvani

Crema del pensiero. Rubare l'anima, ovvero il furto nel cinema. Colta lezione di Fabio Canessa al teatro San Domenico

Il cinema vive un cortocircuito tra l'immaginario ed il reale, in un certo senso ruba l'anima dei personaggi e dei luoghi. Secondo Fabio Canessa, protagonista dell'incontro pomeridiano di ieri del festival di filosofia 'Crema del pensiero', il cinema spesso si nutre dei paesaggi, li fa propri, li trasforma e li plasma a seconda delle proprie esigenze.

Le influenze
Il cinema influenza i luoghi e la nostra percezione di essi, a partire da Ombre Rosse di John Ford, che nel 1939 inaugura il filone del western rendendo celebre la Monument Valley. Da quel momento associamo quel luogo, con le sue caratteristiche, ad un genere. In questo senso il cinema ha saputo 'rubare' alla realtà.

Il tradimento
Talvolta non si é limitato a prendere uno sfondo, ne ha assorbito anche le caratteristiche, i valori, spesso rivestendoli di altri significati. Ha anche affrontato ciò che possiamo definire un tradimento della realtà, quando ad esempio Orson Welles, nel 1952, ha affiancato scene dell'Otello girate a Venezia altre della Tuscia a Viterbo, sulla loggia del Palazzo Papale ed all'interno della chiesa di Santa Maria della Salute. Ha ricreato quindi luoghi che non esistono nel reale.

Archeologia
Il cinema é in grado anche di operare come strumento di riscoperta. Essendo un'arte che ha superato il secolo di vita possiede tesori che appartengono ad un mondo passato, spesso scomparso, che allo spettatore moderno offrono un ulteriore livello di analisi. Ad esempio la vita che scorre senza cura - passanti che attraversano la strada, il traffico che procede senza sosta - di quanto accade al protagonista di 'Preferisco l'ascensore!', il film del 1923 diretto da Fred C. Newmeyer e Sam Taylor, con Harold Lloyd intento a scalare un grattacielo.