20-08-2015 ore 13:21 | Politica - Cremona
di Stefano Zaninelli

Disabili. L’assistenza scolastica “non è più competenza della provincia”. In campo l’ipotesi di coinvolgere le aziende sociali

“È bene mettere in chiaro alcuni aspetti: non è vero che la provincia di Cremona non vuole erogare le risorse per l’assistenza agli studenti diversamente abili. Paradossalmente, in quest’ambito era la più virtuosa perché addirittura impegnava risorse proprie. Al contempo, il servizio non è più responsabilità sua e quindi la competenza – anche finanziaria – dipende dagli organi superiori”. È quanto tiene a precisare Pietro Fiori, sindaco di Castelleone, in prima linea nella partita a livello provinciale.  

 

Fronteggiare l’urgenza

Ha fatto discutere la storia di Gabriele, ragazzo diversamente abile di Casaletto Vaprio che rischiava di dover rinunciare alla scuola per la mancanza di fondi provinciali. Per quest’anno, a lui e agli altri ragazzi disabili di Casaletto, l’assistente ad personam sarà garantito dal Comune, come confermato dal sindaco Ilaria Dioli. Tuttavia, la soluzione non è che una pezza. “Qualche Comune si sta attrezzando – aggiunge Fiori – pur non essendo loro la competenza. Purtroppo, come abbiamo visto in questo periodo, tutti i problemi ricadono sull’ultimo anello della catena istituzionale e non tutti riescono a fronteggiare l’urgenza, anche per via delle ristrettezze di bilancio”.

 

Il ciclo dei trasferimenti

I finanziamenti per l’assistenza scolastica alle persone disabili vengono trasferiti dalla Regione alle province, che poi li ripartisce tra i distretti e nei Comuni. Come spiega il sindaco di Castelleone, “a livello provinciale siamo giunti ad un impasse: da una parte l’ente ha difficoltà ad erogare i finanziamenti all’assistenza in quanto non rientrano più nelle sue funzioni principali; dall’altra, sta faticando parecchio a chiudere il bilancio per via degli ingenti trasferimenti allo Stato previsti dalla legge Delrio, motivo per cui è stata concessa una deroga all’approvazione”.

 

Le ipotesi in campo

“Il problema finanziario può ingenerare un meccanismo in grado di minare il diritto allo studio. Rispetto alla difficoltà di reperimento delle risorse è possibile considerare due ipotesi. Anzitutto si potrebbe creare una cordata tra provincia, Comuni ed associazioni di diversamente abili per sollecitare e fare pressioni su questa partita. Poi, come pare stia vagliando Cremona, coinvolgere un’altra istituzione intermedia: i distretti e le loro aziende sociali. Si tratterebbe di riservare un capitolo di bilancio all’assistenza ad personam ai disabili. Nel frattempo – conclude Fiori – rimaniamo anche noi in attesa e fiduciosi dei trasferimenti di fondi dagli organi competenti”.  

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