16-08-2015 ore 20:18 | Cronaca - Casaletto Vaprio
di Stefano Zaninelli

Disabili, taglio ai fondi per l'istruzione. La madre di Gabriele: "in Provincia di Cremona il diritto allo studio non è garantito"

“La provincia di Cremona ci ha inviato una lettera in cui annuncia che non ci sono più fondi per l’assistenza ai disabili. Siamo ad un mese dall’inizio della scuola e non sappiamo ancora se i Comuni riusciranno a metterci una pezza; speriamo martedì ci chiamino almeno per darci qualche notizia”. Come molte altre persone in provincia di Cremona, Orietta Vaccarini dovrà attendere settembre per conoscere il destino scolastico di suo figlio Gabriele, ragazzo disabile iscritto allo Sraffa.

 

La storia di Gabriele

Gabriele ha 19 anni e vive a Casaletto Vaprio, è sordomuto al 100% ed è affetto da tetraparesi spastica distonica. A novembre dell’anno scorso ha avuto gravi problemi di salute, che non gli hanno però impedito di lottare e di tornare alla sua vita. Nonostante la disabilità, utilizza Photoshop e naviga in internet con abilità. Da tre anni frequenta il corso di grafica pubblicitaria dell'istituto Sraffa: “una scelta che ha fatto lui in totale autonomia”, racconta la madre.

 

Il diritto allo studio

“Il Comune di Casaletto Vaprio, tramite i fondi provinciali – spiega Orietta – ci ha sempre garantito 20 ore di istruzione scolastica settimanali. A queste, riuscivano ad aggiungerne altre 5 ore grazie a un fondo che veniva erogato per i sordomuti. Sia il fondo provinciale, sia quello per i sordomuti sono stati tagliati: in altre parole, ad oggi, a Gabriele non potrà più essere garantito il diritto all’istruzione. Sono sicura che il Comune ci metterà una pezza, ma nel caso ciò succedesse, cosa dovremmo fare? Come potremmo tenere Gabriele a casa tutti giorni?”.

 

Inserimento e integrazione

Nemmeno la scuola, tuttavia, è esente da criticità. “Non è facile trovare degli insegnanti di sostegno che sappiano inserire ed integrare i ragazzi disabili nelle classi. La nostra esperienza insegna che più si va avanti, passando dalle elementari alle medie e infine alla superiori, meno i ragazzi vengono integrati. A questo bisogna aggiungere che negli anni agli insegnanti di sostegno sono state tagliate le risorse: l’anno scorso l’assistente ad personam di Gabriele e il suo insegnante di sostegno avevano 3 ore di compresenza a settimana. Come si può elaborare un piano di studio con così poco tempo a disposizione?”

 

Situazione d’incertezza

Il taglio dei fondi per l’inserimento e l’accompagnamento scolastico delle persone disabili ha pesanti ripercussioni sui bilanci famigliari. “Ancora non sappiamo cosa succederà – aggiunge infine Orietta – cerchiamo sempre di dargli una vita migliore, ma fino agli inizi di settembre, quando ci incontreremo con il Comune e con l’assistente sociale, non sapremo né se riusciremo a mandarlo a scuola, né se il Comune ha trovato una soluzione; di sicuro, dovremo continuare a pagare di tasca nostra le medicine”. Quella di Gabriele non è che una delle storie che in provincia attendono di conoscere il loro destino. 

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