30-10-2013 ore 17:51 | Sport - Pallavolo
di Massimo Rossi e Francesco Jacini

Volley Montichiari. La schiacciatrice Laura Saccomani: “a Tijuana un’esperienza veramente Mondiale! Ma si poteva fare di più”

Una cascata di capelli raccolti a coda di cavallo, che le incorniciano i lineamenti del viso bronzeo, labbra incurvate da un sorriso smagliante. Si presenta così, dopo l'allenamento del venerdì, Laura Saccomani, schiacciatrice del Volley Montichiari, reduce dalla spedizione messicana a Tijuana per il Mondiale Under 23, insieme alla compagna di squadra Sara Alberti. Altra ex ‘cremasca’, trapiantata nel bresciano, insieme a Serena, Dalia e Portalupi che fa parte della truppa, allenata da coach Leonardo Barbieri.

Curriculum vincente
A 22 anni, compiuti lo scorso 8 ottobre proprio durante la rassegna iridata in Centro America, la schiacciatrice romana può vantare un curriculum di tutto rispetto; uno scudetto e due Supercoppa italiana vinto con la Scavolini Pesaro, a cui vanno aggiunti i due premi intitolati a Arnaldo Eynard come miglior Under 20 della serie A2, prima con la Pallavolo Roma, e della A1 con la formazione marchigiana. Da poche settimane è partita la sua nuova avventura, in cadetteria all'ambiziosa Metalleghe Sanitars Montichiari.

“Eravamo favorite ma …”
“La convocazione in Nazionale è stata inaspettata e per questo sono stata ancora più felice –racconta Laura - ho avuto quest'opportunità e l'ho colta al volo. Sono stata molto contenta di aver fatto quest'esperienza”. L'Italia era accreditata come una delle favorite, ma il bilancio finale recita un sesto posto finale... “A livello di squadra, in alcune partite, abbiamo perso lucidità; secondo me potevamo arrivare tranquillamente tra le prime 4. Il problema è che non ci siamo mai allenate assieme, ed eravamo poco consolidate; io ho avuto poco spazio perché coach Cristofani ha cercato di creare un equilibrio con il sestetto, anche nelle situazioni di difficoltà”.



Un ricordo dell'avventura in Messico, che ricorderai in futuro?
“E' un Mondiale e le cose più belle sono l'inno di Mameli e il fatto di vestire la maglia del tuo Paese, affrontando squadre molto forti. La vittoria per 3-0 contro il Brasile è stata bellissima”. Una convocazione che, in prospettiva, potrebbe essere importante per la Nazionale maggiore, anche se non sei passata dal Club Italia.“Passare dal Club Italia aiuta molto: spero non sia stata solo una parentesi con la maglia azzurra. Sono stata contenta della convocazione e spero possa aprirmi le porte per la prossima estate, quando ci sarà il Mondiale in Italia”.

Nuova avventura sportiva
Adesso si riparte da Montichiari, in A2, un campionato dove sei passata da protagonista: “ho scelto Montichiari per gli obiettivi che avevano: la prima giornata abbiamo ottenuto un bel 3-0, ma possiamo fare ancora meglio, per cercare di raggiungere il sogno che non si può dire. Noi faremo del nostro meglio, i risultati si vedranno alla fine”. Se dovessi far passare un messaggio alle giovani ragazze che si avvicinano al mondo dello sport, perché dovrebbero scegliere uno sport di squadra, ad uno individuale? “Io ho iniziato perché vedevo mia sorella giocare e mi piaceva il fatto di poter conoscere persone diverse; la pallavolo è uno sport sano e genuino. Mi piace anche dopo tanti anni che lo pratico; vorrei portare più gente ai palazzetti. Lo consiglio perché ci si diverte”.

Da Roma a Pesaro; com'è stato il passaggio e il fatto di staccarsi in giovane età dalla famiglia?
“E' stato difficile, ma i sacrifici sono stati ripagati, grazie alla passione. Bisogna essere disposti a sacrificare una parte della propria vita, che sia la famiglia o gli amici, per seguire un piccolo sogno. Io avevo molta paura ad uscire di casa, ma poi il rapporto con i miei genitori è diventato più bello, e anche molti amici mi sono rimasti”.

Sei molto legata a Elena, tua sorella maggiore...
“Gli anni di Pesaro sono stati i più difficili perché eravamo distanti; lei lavora a Milano, ed ora posso vederla ogni week end. Alla prima partita in casa c'era, mi segue sempre. Mi manca un po' la parte dei genitori, però avendo Elena qui vicino, la distanza da casa è compensata”.



La genesi di un amore
Sei molto determinata: da piccola, hai ricevuto il servizio di una ragazza di 15 anni, perché volevi entrare a giocare in squadra...“Avevo sette anni; erano tutte titubanti sulle mie qualità, ma alla fine sono riuscita a giocare. Da piccola ho insistito tantissimo con la mamma per farmi giocare a pallavolo; ero troppo piccola e non c'era nessuna squadra di mini volley. Lei ha dovuto convincere un allenatore, con ragazze più grandi, a farmi giocare. L'ho sfinita, ma ho coronato un mio sogno che sto portando avanti”.

Conciliare sport e studio non è semplice...
“Mi sono iscritta da poco a psicologia e dovrei iniziare a giorni gli studi; purtroppo la pallavolo ti può dare da vivere fino ad un certo punto della tua vita, quindi è importante conciliare lo sport con lo studio. Bisogna crearsi un futuro; mi sarebbe piaciuto scegliere lettere, in quanto vorrei fare la giornalista, ma mi dava meno sbocchi rispetto all'indirizzo di psicologia”.

Gioco di numeri
A Crema avevi il numero 10, a Montichiari anche; da romana, l'accostamento con l'ex pupone Francesco Totti e con i grandi dell’arte pedatoria è d'obbligo...“Io simpatizzo per la Roma, ma non sono una tifosa accanita. Il numero è casuale, lo uso fin da piccolina, mi ha sempre portato fortuna e ci sono molto legata. A Pesaro non ho potuto usarlo perché apparteneva alla Ferretti”. Sogno nel cassetto scudetto giallorosso e promozione con Montichiari.

Il volley italiano non sta attraversando un momento positivo: qual è la ricetta per ridare visibilità al movimento?
“Avere più garanzie; ogni società dovrebbe partire con il budget annuale. Ad inizio anno dovrebbero essere fatti dei controlli, per verificare che le spese annuali, siano interamente coperte, trasferte, palazzetto, staff, giocatrici. Non chiediamo grosse cose, solo che vengano rispettati i contratti, anche per una forma di rispetto, visto che per noi è un lavoro”.