È stata una grande festa domenica sera presso l'agriturismo Le Garzide. Dalle famiglie agli atleti di ogni categoria, dalla stampa ai tifosi, ma soprattutto c'era
Dino Meneghin premiato dall'
Erogasmet Crema come
‘Leone Biancorosso’ dell'anno per i propri meriti sportivi. Ma procediamo per ordine. La prima parola è stata ovviamente quella del presidente
Stefano Donarini che ha accolto e ringraziato la folta presenza giunta per l'occasione.
Le autoritàDopodiché si sono susseguiti gli interventi di varie personalità legate allo sport cittadino e non solo come
Walter Della Frera, delegato allo sport del comune di Crema,
Fabio Bergamaschi, assessore ai lavori pubblici,
Fabiano Gerevini, fiduciario Coni,
Carlo Malvezzi, consigliere regionale e vicepresidente della commissione sulle attività produttive e occupazione,
Francesco Duse, consigliere delegato del gruppo Erogasmet,
Stefano Bizzozzero, responsabile tecnico del settore giovanile
Armani Jeans e ovviamente
Dino Meneghin che con spontanea affabilità ha ripercorso alcuni momenti chiave della propria esperienza come giocatore e dirigente riportando consigli preziosi soprattutto per i più giovani.
Gli aneddotiIn questa maniera sono scaturiti molti aneddoti curiosi e goliardici, dal suo rapporto coi grandi giornalisti e anche tifosi come
Oscar Elleni che toglieva il saluto ai giocatori dell'Olimpia dopo le sconfitte, al confronto tra due grandi allenatori della sua carriera come
Aza Nikolic e
Dan Peterson, uomini dalla personalità diversa ma accomunati da un'unica filosofia come quella della professionalità e del duro lavoro sul campo. Dai suoi famosi scherzi negli spogliatoi a compagni e allenatori al suo primo approccio con la pallacanestro all'età di 15 anni, definita da lui “un ordine caotico” - dopo che smise col getto del peso perché - così annoiato dal lanciare cento volte di fila il peso che ad un certo iniziai con l'attrezzo a fare dei solchi nel terreno per far vedere all'allenatore che avevo lanciato in modo che lui mi mandasse a casa”.
La sfida contro il figlio AndreaFino all'emozione ormai quarantenne di ritrovarsi in campo contro il figlio Andrea. “Quell'anno Tanjevic mi chiamò per giocare a Trieste e anche se mi chiesi cosa cavolo facessi io in mezzo a tutti quei giovani, accettai la proposta. Ricordo che quell'anno affrontai Varese dove giocava mio figlio. Ad un tratto durante una lotta a rimbalzo qualcuno mi saltò sulle spalle. Io ero già pronto a far volare un cazzotto ma quando mi girai vidi che era stato Andrea e fui felice. -Così che si fa!- dissi dentro di me e da padre mi sentii davvero orgoglioso”. Dino Meneghin non ha fatto mancare ovviamente un consiglio anche ai più giovani, ovvero quello di continuare a lavorare perché le fatiche prima o poi vengono ripagate e di non posarsi mai sugli allori dopo una buona prestazione perché nello sport come nella vita si è messi sempre in discussione.
La premiazioneLa prima parte della serata si è dunque conclusa con la consegna all'ospite d'onore del
premio ‘Leone Biancorosso’, riconoscenza che la
Pallacanestro Crema da quest'anno ha deciso di condividere con chi attraverso l'impegno e la passione ha dedicato la propria vita allo sport dei canestri. La seconda tranche dell'evento ha visto invece sfilare davanti a stampa e tifosi lo staff tecnico della società, dagli allenatori più giovani come
Melissa Denti e
Matteo Premoli ai due coach professionisti Simone Sandel e Alessandro Galli, con l'intervento del professore
Alessandro Cadei e di
Paolo Bignami dello
Sporting Club di Crema per quanto riguarda la cura della preparazione atletica della squadra senior.
La sfilata in biancorossoLa serata di gala si è conclusa con la sfilata della prima squadra che si presenterà a breve ai nastri di partenza del campionato di
Divisione Nazionale C con grandi ambizioni. Infine tutti i presenti si sono trasferiti all'aperto per le foto ufficiali delle squadre, le doverose foto con il super ospite e ovviamente il buffet. Super ospite che durante questo momento ha scambiato gentilmente due parole.
Alla luce degli ottimi risultati raggiunti dalla nazionale Under 20 che da quella maggiore, possiamo dire che il nostro movimento cestistico ha finalmente superato la crisi degli ultimi anni e ha intrapreso una giusta progettazione?“Se per crisi s'intende quella legata alla situazione economica della pallacanestro italiana, quella la condivideremo ancora per molto tempo. Mentre la crisi tecnica non l'abbiamo mai avuta. Carlo Recalcati anche durante gli ultimi anni della sua gestione ha fatto un grande lavoro. Simone Pianigiani ha portato nuove idee e ha rinnovato l'etica del lavoro che è alla base delle nostre nazionali. Per ottenere i risultati bisogna creare un sistema di lavoro costante nel tempo”.
La Pallacanestro Crema negli ultimi anni ha allargato il proprio bacino d'interesse sulle giovanili insieme al progetto Armani Junior. Secondo lei tutto ciò è in linea con le nuove tendenze della nostra pallacanestro?“Sarà sempre più importante lavorare coi giovani. Il futuro prossimo vedrà società con budget ridotti crearsi in casa i propri giocatori, siano essi italiani o stranieri, dato che si andrà sempre più verso un'internazionalizzazione della pallacanestro. Occorre molta pazienza e lungimiranza per svezzare i giovani e bisogna dar loro i giusti spazi per esprimersi. Ruolo chiave in questo processo l'avranno gli allenatori, che non dovranno essere dei gestori dei ragazzi, ma dovranno creare dei giocatori di pallacanestro attraverso il duro lavoro sul campo”.