29-03-2020 ore 20:43 | Sport - Calcio
di Federico Feola

Ac Crema. Il presidente Zucchi: “quale futuro per il mondo dei dilettanti nel dopo virus?”

Lo studio operato dalla Lega nazionale Dilettanti, in tema di sostenibilità nel mondo del calcio dilettantistico è impietoso. Ad oggi l’intero mondo del calcio è immobilizzato a casa come larga parte della popolazione italiana e rimane quasi inerte. Come spiega il presidente dell’Ac Crema, Enrico Zucchi, “per ciò che concerne le nostre attività, sono state bloccate immediatamente alle prime avvisaglie di pericolo, in completa tutela dei nostri tesserati, anche con la chiusura del centro sportivo, tra le numerose critiche di chi oggi, invece, ci loda per ciò. Stiamo offrendo ai giocatori dell’agonistica la possibilità di allenarsi “da remoto”, con collegamenti video tramite apposite piattaforme, con i propri tecnici e preparatori, per mantenerli in forma, ma anche per rendere meno pesante psicologicamente la reclusione forzata, alla quale non sono abituati. Per quanto riguarda tecnici ed educatori, stiamo approntando un sistema di e-learning, che possa coadiuvare la loro formazione, che contiamo di attivare molto presto”.


La vocazione al sociale
In questo clima di grande incertezza ci stiamo altresì interfacciando con l’Aic, nella figura del responsabile delle relazioni istituzionali, Fabio Appetiti, oltre a tenerci informati sugli indirizzi della Lega di D. Continuiamo a seguire la nostra vocazione per il sociale, per quanto possibile ed abbiamo risposto prontamente alla richiesta del Comune di Crema, di interessarci del trasporto quotidiano dello staff medico arrivato da Cuba (al quale abbiamo fornito anche vestiario pesante), con i nostri pulmini guidati dagli autisti che normalmente trasportano i ragazzi.

Un futuro non roseo
“Gli scenari – prosegue Zucchi - non sono per nulla rosei per ciò che concerne il futuro e ovviamente l’Ac Crema 1908 non si differenzia da tutti gli altri. Il tema è molto semplice, nell’ambito di un sistema economico che vivrà una profonda crisi e che sfocerà, con tutta probabilità, in recessione le preoccupazioni di noi imprenditori saranno ben altre, che investire nell’effimero mondo del calcio con sponsorizzazioni dettate spesso più dell’amicizia, che da reali ritorni economici o d’immagine. Pare logico pensare che chi ci ha sostenuti con generosità sinora, metta in fila le priorità, tutelando in primis l’azienda, i dipendenti, la ripresa di quanto bruscamente interrotto dagli eventi e solo in ultima analisi, la possibilità di continuare ad aiutare la promozione dello sport. Questa piaga che ci sta attanagliando, è destinata a mutare in maniera profonda e radicale il mondo del calcio dilettantistico, in misura tale che, nei calcoli del centro elaborazione dati della Lnd e del centro studi della Federcalcio, circa 200 mila ragazzi potrebbero trovarsi in condizione di non avere più un vettore per la pratica del gioco del calcio, con tutto ciò che ne potrebbe derivare a livello sociale, sanitario e di gravame sulle istituzioni”.

Andare avanti
“A titolo personale – conclude il presidente nerobianco - vorrei approfittare per palesare tutto il dolore che provo nell’apprendere quotidianamente quante persone vengono affette da questo male e quante vengono a mancare, inoltre vorrei esprimere la mia solidarietà e vicinanza umana, a tutti coloro che si trovano, loro malgrado, su di un letto d’ospedale combattuti tra speranza e dolore. Ciononostante, il Mondo è destinato ad andare avanti e la mia personale vision, sempre proiettata in avanti e mai focalizzata sul presente, mi impone di avere un atteggiamento positivo e propositivo e di ricercare tutta quella serie di opportunità, che andranno a crescere una volta sgomberate le macerie lasciate da questa immane calamità : ci rimboccheremo le maniche e, come sempre, ce la faremo!”.

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