Scarpe allacciate, felpa indosso. Gli atleti dell'asd Over limits tornano finalmente ai nastri di partenza. Il sole batte sulla pista d'atletica Renato Olmi di Crema. L'aria è fresca. L'energia ed il desiderio di fare squadra, messi a tacere per troppo tempo, scalpitano. Atleti con disabilità si mischiano a tecnici e ad atleti partner. Ciò che si respira dopo pochi minuti è la voglia di ricominciare. Tutti, finalmente insieme. “Over limits è questo”. L'entusiasmo del presidente Nicola Bettinelli si riassume in quattro semplici parole. Poi lo sguardo si sposta su due atleti che corrono uno accanto all'altro, scandiscono il ritmo, rispettano il tempo, conoscono se stessi. “Qui ciascuno può sperimentarsi, percepire il benessere dell'attività motoria ed appassionarsi al proprio corpo in movimento”. Qui ciascuno può imparare ad amarsi, “a dedicarsi il tempo che merita. Cerchiamo di portare lo sport più vicino alle persone, di riaccendere l'innato amore dell'essere umano per il movimento. L'attività sportiva è passione, dedizione, fatica. Non è secondaria”. Ciò che fa battere il cuore non può esserlo: “deve essere parte della vita di ciascuno, deve accogliere ciascuno, adattandosi a diversi modi di essere”.
Allenarsi insieme
Sulla pista, intanto, si formano due gruppi. Uno si riscalda, l'altro corre. Scappa più volte dall'obiettivo della reflex. Poi si ferma e i ruoli si invertono. Gianpaolo Ghelfi guida il gruppo: “si inizia con una fase di riscaldamento. Sul rettilineo facciamo un po' di andature”. Poco dopo si corre. “Lavoriamo sulla resistenza”. Insieme. “E' importante fare gruppo, valorizzare le abilità di tutti”. Sotto la lente di ingrandimento ci sono le potenzialità. “Io in pista vedo solo atleti da allenare che corrono nel rispetto delle loro peculiarità. Insieme possiamo fare la differenza rispettando la diversità”. Vince la squadra, in ogni momento. “Il gruppo assume un valore fondamentale, non solo perché rappresenta un'occasione di confronto e di crescita, ma anche perché sprona a fare sempre meglio. A dare sempre il massimo”.
L'importanza dei legami
La pausa è finita. Il gruppo si ricompatta. La corsa riprende. É parte di una routine ritrovata che si alimenta dell'entusiasmo della differenza. Lo si nota dagli occhi che brillano. E dai silenzi che parlano. Alice Branchesi è un'atleta partner, corre al fianco di Paola, è una sua compagna di squadra. “Costruire una relazione non è stato facile, ma è stato bello. Ora ci intendiamo anche in silenzio”. È un legame che resiste alla distanza e allo stop imposto dal Covid. “Tornare in pista mi offre ogni volta l'opportunità di un confronto con una parte di mondo che merita di essere conosciuta. Insegna che ogni persona è diversa e che ogni legame merita attenzione”. Allena alla vita. “L'idea di aver creato nuovi rapporti mi fa sentire ricca, felice”.
Persone e passioni
“L'inclusione non è precostituita, la fanno le persone. Con lo sport – spiega lo psicologo Angelo Suardi, impegnato nell'associazione con Nicola Bettinelli e Dario Borroni – offriamo a tutti l'occasione di andare oltre l'etichetta”. Dall'atletica, al nuoto individuale e di gruppo, passando per le bocce, il fitness, il ciclismo ed i gruppi di cammino. “Tutte le attività sono integrate: la relazione tra persone con e senza disabilità è un valore aggiunto per tutti: agevola la consapevolezza, il confronto e la partecipazione”. Nata otto anni fa, oggi Over limits riunisce 150 atleti con disabilità, partecipa alle gare di Special Olympics ed è divenuta sul territorio un punto di riferimento per la pratica di sport inclusivo. “Facciamo lo sport che tutti dovrebbero fare. Guardiamo alla persona con i suoi limiti e le sue risorse. Quello è il punto di partenza per costruire un percorso condiviso, ma personalizzato”. Cucito a misura. “Lo sport si fa insieme: ognuno partecipa per accettarsi, mettersi alla prova e superarsi”. La vera forza è data dall'unione: “indossare una felpa che identifica rende ciascuno dei componenti parte attiva di un progetto comune, all'interno del quale trovare anche importanti punti di riferimento”.
Una famiglia felice
Come in una famiglia, variegata, diversa, numerosa, ma felice, che vince a suon di sorrisi e di semplicità. “Quando torno a casa dall'allenamento sono stanco, ma allenato e contento” confida uno degli atleti a margine del training. Poco più in là un collega sembra fargli eco: “qui sono tra amici: questa è la mia squadra”. Possente e coraggiosa come un leone. È questo il simbolo dell'associazione, un gruppo composto da persone che non si arrendono, ma mettono a frutto le risorse di cui dispongono. “La filosofia che proponiamo – continua Suardi – è anche quella che ci ha salvato durante il periodo Covid. All'inizio tutto si era fermato, poi con il cambiamento delle normative abbiamo proposto le attività di volta in volta possibili”.
Il futuro
In primo luogo “abbiamo cercato di non perderci, di preservare le relazioni, che sono un vero patrimonio”. A partire da questa consapevolezza, alle attività meramente sportive si sono aggiunti laboratori educativi ed attività fitness per persone di tutte le età. “Proposte che aiutano ad essere vicini e che consentono anche al territorio di capire che per includere spesso basta poco”. Basta ascoltare ed avere il coraggio di correre insieme per costruire il domani. Oltre ogni limite. Anzi, over limits.