05-03-2015 ore 12:02 | Sport - Associazioni
di Francesco Jacini

Panathlon. Crisi economica, settore giovanile e dilettantismo: il calcio oggi e domani visto dai campioni di ieri

Come è cambiato il calcio e cosa potrebbe cambiare il futuro. Crisi economica, la situazione in serie A e nei principali campionati europei, i settori giovanili ed il confronto fra professionismo e dilettantismo nello sport più seguito in Italia. Sono stati questi i temi trattati ieri sera nella conviviale di marzo del Panathlon Club Crema.

 

Parterre d’eccezione

Per l’occasione è stato ospite, dell’associazione, guidata da Angelo Branchi, un parterre di eccellenza formato da Giuseppe Bergomi (Inter, Nazionale), Angelo Colombo (Milan), Dario Hubner (Brescia, Piacenza) e Sergio Porrini (Juventus e Rangers Glasgow). Mario Macalli, vice presidente della Figc e presidente della Lega Pro, per impegni familiari è stato costretto a rinunciare. Coordinatore del dibattito Filippo Grassia, oltre al noto giornalista e scrittore sono stati presenti Walter Della Frera, consigliere delegato allo sport per il comune di Cremona, e Lorenzo Branzoni, presidente dell’area 2 Lombardia del Panathlon.

 

I debiti del calcio

Crisi economica e difficoltà della serie A.“Il calcio ci regala dei bei titoli – spiega Grassia – e non ci si annoia veramente mai. Talvolta preferiremmo parlare di più di tecnica e di tattica che di economia. Il nostro principale torneo spende il doppio di quello che incassa, ed incassa 1,7 miliardi di euro ma ne spende 3,7 miliardi. Ed è un dato estremamente preoccupante, le sole entrate televisive di Mediaset, Sky ed in parte della Rai non bastano a coprire i costi”.

 

Stadi di proprietà e merchandising

“Servirebbe puntare su idee innovative come succede in Inghilterra dove si punta molto sugli stadi di proprietà e sul merchandising, sui tifosi, slegandosi dagli ultras. In Germania, ad esempio, oltre il 90% dei tifosi guarda gli incontri dallo stadio”. Riguardo alle recenti e note difficoltà del Parma, Grassia puntualizza: “Figc e Lega hanno delle precise responsabilità”.

 

La cultura della tecnica

Dalle difficoltà economiche ai settori giovanili il passo è breve. “I giovani italiani – afferma Bergomi, ex allenatore nei settori giovanile di Atalanta e Como - hanno talento ma non abbiamo il coraggio di dargli fiducia. Dobbiamo portare avanti la cultura della tecnica.”. Del medesimo avviso Porrini con un esperienze nelle giovanili di Pizzighettone, Pergocrema e Atalanta. “Le società non rischiano i ragazzi provenienti dal settore giovanile perché possono non rendere le aspettative e talvolta serve farli crescere. Nonostante sia dell’avviso che serva più coraggio nel farli giocare. Serve cambiare mentalità e farli diventare parte integrante della prima squadra”.

 

Sergio Porrini, in alto Dario Hubner (foto © Cremaonline.it)

Investire nelle persone

“Sono stato allenatore e responsabile del settore giovanile del Milan – spiega Colombo - ed insieme a Franco Baresi in tre anni siamo riusciti a ricostruirlo. Quello che serve è valorizzare molto la persona: il bambino impara molto osservando i gesti atletici degli allenatori, sino ai 13 anni si deve lavorare molto sulla tecnica e sull’educazione alimentare ed etica”. “I genitori - sintetizza Hubner - sono in parte la rovina dei settori giovanili, pensano che i figli siano già dei campioni e pensano principalmente al denaro e non al divertimento”.

 

Prima la persona poi il calciatore

Professionismo e dilettantismo. “La stagione al Carpenedolo - ricorda Colombo (nella foto a sinistra) - ho dato molto ed ho ricevuto altrettanto. E’ stata una bella esperienza che mi è servita nel vedere il calcio da un lato diverso, relazionandomi con persone reduci da otto ore di lavoro”. Porrini si sofferma sulla formazione e la crescita della persona prima che del calciatore. “Nelle giovanili dobbiamo educare mentre in prima squadra, dalla serie A ai dilettanti, serve lavorare per la classifica. Personalmente in tutti gli ambienti dove sono stato ho sempre cercato di dare una mia impronta, trasmettendo la passione per questo sport”.

 

La semplicità del calcio

“Il calcio - conclude tatanka Hubner - è un gioco semplice, i movimenti sono gli stessi ovviamente cambiano velocità e tecnica nelle categorie. Il rapporto con i giocatori dilettanti cambia rispetto al professionismo. E’ necessario trovare dei compromessi”. I brevi interventi di Della Frera riguardo le prossime iniziative dell’amministrazione sullo sport come l’Expo champion tour che si svolgerà sabato 7 marzo in piazza Duomo e Branzoni sulla sua esperienza di arbitro di serie A hanno concluso la serata.

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