31-03-2020 ore 20:40 | Rubriche - Costume e società
di Gloria Giavaldi

Mara Ferla: diventare mamma al tempo del Covid-19: la speranza, i disagi e l'amore

La culla che racconta la storia della sua famiglia. Le scarpine azzurre, pronte per essere indossate e percorrere nuova strada insieme, mano nella mano. La cameretta, allestita con il desiderio di dare forma ai sogni. Perché i sogni volano più in alto del Coronavirus. “Mio figlio si chiamerà Leonardo”. Tiene tra le mani un fiocco e fissa la sua pancia come fosse meraviglia, Mara Ferla, trentatreenne residente a Ripalta Arpina. “Non vedo l’ora di stringerlo a me. Spero di potergli regalare un mondo più sereno”. Di potergli raccontare che la felicità è fatta di abbracci e sorrisi veri. Come quelli di un bambino. E che la distanza è solo questione di tempo.

 

Disagi e speranze

Mara ha visto il suo corpo cambiare, in un’epoca in cui è cambiato tutto. “Gestire la gravidanza in quarantena non è semplice. I miei genitori sono distanti, le visite devono essere fatte con tutte le protezioni prescritte, il corso pre parto è stato sospeso. Sono preoccupata, ma alla fine di tutta questa storia racconterò a mio figlio che la mamma ce l’ha fatta. Che ce l’abbiamo fatta insieme”. Manca poco al grande giorno. “È tutto pronto da tempo. Io e mio marito Alan aspettiamo solo lui. Poi, dopo, faremo una grande festa con tutti i parenti. Abbiamo bisogno di stare vicini”. Di riempire vuoti, lenire ferite e fare spazio alla vita. “Le restrizioni, oggi, impongono di non vedere parenti. Mi troverò, da un giorno all’altro, a fare la mamma. Da sola. Sono un po’ spaventata, ma non mollo”. Poi si commuove: “Avessi potuto scegliere, non avrei scelto questo periodo. Avrei tanto voluto vivere la gravidanza come tutti gli altri”. Con il calore dei nonni e il desiderio del domani.

 

Il supporto “smart” dei medici

Nei suoi occhi c’è la vita. Ma anche il timore e l’ansia. “Temo che tutta questa situazione possa fare male al mio bambino. Tuttavia, voglio ringraziare i medici e le ostetriche dell’ospedale di Crema che, pur in una situazione di emergenza, non mi fanno mai sentire sola e mi aiutano a risolvere ogni problema”. Pur attraverso lo smart working: “È stato creato un gruppo WhatsApp di future mamme con un’ostetrica pronta a risolvere tutti i dubbi. I sanitari stanno facendo un lavoro encomiabile per tutti. Non li ringrazierò mai abbastanza”. Mara accarezza la sua pancia e guarda dritta al futuro. Ché la vita non aspetta, la vita vuole vivere.

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