31-03-2018 ore 17:45 | Rubriche - Comunicazioni ai cittadini
di Diego Meis

Pasqua. Monsignor Gianotti augura 'vita in abbondanza' e invita alla cura del prossimo

"Il modo forse più breve per dire ciò che sta al cuore della Pasqua cristiana è la frase: Gesù Cristo vive! (cf. Luca 24, 23) Quell’uomo, trattato come un delinquente, condannato a una morte vergognosa, inchiodato su una croce… proprio lui vive della pienezza di vita che solo Dio può dare". Con queste parole il vescovo di Crema Daniele Gianotti rivolte un augurio a tutta la diocesi.


La morte come passaggio alla vita

"La morte e tanti altri limiti - ricorda il vescovo - restano presenti nella nostra vita, ma la Pasqua assicura che questi limiti non sono l’ultima parola. E tutti lo possiamo intuire, ogni volta che accettiamo di limitare il nostro io per fare spazio all’altro. Lì intuiamo che non ogni morire è per la mor­te, non ogni limite è solo limite. Il limite può aprire a una comunione più grande e persino la morte può essere passaggio a una vita più piena e vera. Questo dunque l’augurio pasquale che vorrei fare: che ciascuno possa fare esperienza dell’abbondanza di vita che Dio desidera per tutti. In questo nostro pellegrinaggio ter­reno e per sempre".


Il peso dei limiti, l'impegno per gli altri

Le parole del vescovo sono rivolte "a chi sente su di sé il peso dei limiti: per le paure, l’incertezza, la sofferenza del corpo o dello spirito, gli affetti colpiti, la solitudine. Con l’augurio che Dio trasformi in bene anche ciò che ora riusciamo a vedere solo come male e tribolazione". Ciò è possibile grazie all’impegno generoso a fare della propria vita un dono, senza timori o chiusure: nella famiglia, nel lavoro, nel servizio al bene comune, nell’attenzione all’ambiente, nell’offrire speranza alle nuove generazioni e nell’accompagnare chi si avvia al termine dell’esistenza.


Prendersi cura di chi è più debole

Gianotti conclude con un invito collettivo: "prendersi cura di chi è più debole, di chi viene scartato o dimenticato. Come celebrare la Pasqua, se non facciamo nostro, in un modo o nell’altro, il sogno di vita piena per tutti, che Dio manifesta risuscitando Gesù, il Crocifisso, come primo di una moltitu­dine di fratelli? In questa moltitudine siamo chiamati anche noi, ma per esserci gli uni con gli altri e gli uni per gli altri, nel dono di noi stessi, perché tutti abbiano vita in abbondanza".

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