“Ats esiste? È mai possibile che in un periodo di picco dei contagi gli uffici diano così poca disponibilità di tempo (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 16.30) e che comunque in nessun modo si riesca a parlare con qualcuno?” Questo è uno stralcio di una lettera inviata da un genitore in redazione dopo aver dovuto prendere contattti con Ats Valpadana. Facciamo un passo indietro per capire meglio la vicenda. “Avendo in famiglia casi di positività, con situazioni vaccinali diversificate, avevo bisogno di un aiuto per sciogliere i numerosi dubbi nell'applicare correttamente al mio caso la complessa giungla di normative. Ho preso contatto con Ats Valpadana. Martedì 25 gennaio ho telefonato per 57 volte ricevendo sempre la stessa risposta : Siamo spiacenti, ma tutti i nostri operatori sono occupati. Il giorno seguente mi hanno risposto dopo soli 15 tentativi. Quasi emozionato, ho cominciato a porre le mie domande, per scoprire ben presto che stavo parlando con il centralino. L'operatore mi ha comunicato il numero dell'ufficio dedicato e di nuovo ho sentito la stessa ormai ben nota voce registrata”.
'Cittadini lasciati soli'
“Capisco la difficoltà del momento, ma dopo due anni non mi sembra più che la situazione possa essere definita di emergenza. Se gli operatori sono in sotto organico (intendiamoci, non ce l'ho con loro, chissà che momentaccio stanno attraversando), perché non se ne assumono altri? Insomma, mi sembra che il tempo per organizzarsi ci sia stato”. Secondo il mittente “il cittadino è lasciato a se stesso, ai propri mezzi e alle proprie competenze. Ci rendiamo conto che non tutti sono in grado di utilizzare internet? Pensiamo agli anziani o alle famiglie in difficoltà. Anche questi cittadini hanno diritto di avere risposte. Mi domando come sia possibile che i dirigenti di Ats Valpadana non vengano mai chiamati a risponderne”.