“Ogni uomo è un artista. La creatività è dentro di noi”. A partire da questo presupposto l'ospedale di Crema ha deciso di avviare un percorso di arteterapia per le persone malate di Parkinson. L'attività sarà condotta da Viviana Visconti e partirà dal mese di febbraio. É già possibile iscriversi. La notizia è stata data nell'ambito del convegno dal titolo Arteterapia e malattia di Parkinson, organizzato dall'azienda ospedaliera per celebrare la giornata nazionale dedicata alla patologia. “Attraverso l'uso di diversi materiali, dalla matita alla creta fino alle bende gessate, ciascuno potrà risvegliare le proprie doti artistiche, spesso accantonate con l'età adulta, per ritrovare benessere” ha spiegato Visconti. L'uso delle bende gessate, in particolare, “aiuta la trasformazione. È un materiale rigido che, una volta imbevuto nell'acqua, si lascia plasmare e facilita la manualità”.
Artisti si nasce: tutti
Dalle parole ai fatti: Luigi Cerabolini, segretario dell'associazione Tartaruga, ha mostrato le sue opere d'arte. “Ho avuto la diagnosi di Parkinson nel 2009. Mi sono dedicato per una vita al disegno tecnico per ragioni di lavoro, ma dal 2014 ho rispolverato questa passione sotto altre forme. Mi ero illuso di essere un artista. Ora non lo so se lo sono diventato, ma ciò che ho capito è che l'arte aiuta ad esprimere se stessi”. Meglio, gli fa eco Valeria: “migliora l'autostima, la consapevolezza di sé. Ciò che conta non il prodotto, ma il percorso”. Plasmare i materiali “agisce sul tono dell'umore ed offre occasioni di socializzazione”. L'attività in partenza presso Asst Crema “sarà personalizzata per ciascun aspirante artista, ma verrà realizzata in gruppo così da consentire anche la condivisione di emozioni”.
Migliorare la qualità della vita
L'arteterapia rientra nelle attività non convenzionali, consigliate alle persone con la malattia di Parkinson “per migliorare la qualità della vita”. Come spiegato dalla dottoressa Rosina Paletta, in compagnia del primario Luigi Caputi, la pratica artistica “consente di coltivare le abilità visuo-spaziali, limitate dalla patologia. Praticando arte avviene una specie di neurogenesi, soprattutto dopo il verificarsi di un danno cerebrale. La malattia di Parkinson oggi colpisce circa 400 mila persone in Italia. È una patologia neurodegenerativa ed idiopatica che riguarda primariamente la sostanza nera del tronco encefalico e determina una mancanza di dopamina. Tra i primi sintomi spiccano la lentezza nei movimenti, il tremore a riposo e disturbi dell'equilibrio. “Bisogna contrastarli con la riabilitazione” spiegano Stefano Farina e Anna Furnari dell'unità operativa di riabilitazione neuromotoria del presidio Santa Marta di Rivolta d'Adda. “La fisioterapia deve essere introdotta da subito e differenziata nei vari stadi di avanzamento della patologia”.
Musica per ricordare
Non può essere l'unica attività per le persone con il Parkinson: “la presa in carico deve essere globale e multidisciplinare”. Tante sono le figure coinvolte: dal neurologo, al fisiatra, passando per il neuropsicologo, lo psicologo, il nutrizionista ed il terapista occupazionale. “Non è secondaria la rete di sostegno familiare: “è necessaria una collaborazione attiva tra le varie realtà per una presa in carico efficace”. Un ruolo rilevante lo giocano anche le associazioni come la Tartaruga che propone varie attività sportive e ludiche. Il convegno si è concluso con un concerto, in memoria di Marino Maurin, a cura del gruppo archi della scuola consorzio Concorde, l'orchestra Arcangelo Corelli e le sublimi note di Elisa Meleri e Anna Smiroldo.