29-10-2023 ore 17:15 | Rubriche - Medicina e salute
di Claudia Cerioli

Asst Crema, nuova procedura di ablazione epicardica per curare problemi di aritmia

All’ospedale di Crema le aritmie cardiache vengono trattate con tecniche d’avanguardia. Di recente,  è stata praticata un’ablazione epicardica per il trattamento di una forma di tachicardia da rientro atrio-ventricolare. Si tratta di una tecnica mininvasiva che consente di curare anche le aritmie che originano dalla porzione più esterna del cuore (epicardio). E’ un intervento particolarmente complesso che solo pochi centri in Italia utilizzano per le procedure di ablazione.

 

L’equipe di medici e infermieri

Realizzata dall’equipe di elettrofisiologia dell’unità operativa di cardiologia diretta da Michele Cacucci, ha visto impegnati i medici Chieffo, Carrozzi, D’amore e Dossena, oltre a Massimo Tritto, responsabile dell’unità di elettrofisiologia presso l’istituto Humanitas e al personale infermieristico di sala: Ginelli, Tolasi, Benelli, Fornaroli, Festari. Fondamentale supporto è stato offerto anche dall’unità operativa di anestesia e rianimazione diretta da Guido Merli per lo svolgimento della procedura in anestesia generale.

 

La patologia

La tecnica si è resa necessaria per un paziente che era stato già sottoposto presso altri centri ospedalieri a procedure di ablazione ma che accedeva in pronto soccorso per continue recidive di tachicardia nonostante assumesse regolarmente alte dosi di farmaci antiaritmici. L’aritmia era legata ad un filo di conduzione presente tra atrio e ventricolo destro dalla nascita (via accessoria atrio-ventricolare) che, determinando un cortocircuito tra atrio e ventricolo, innescava e sosteneva la tachicardia. Chieffo, insieme ai colleghi dell’equipe di elettrofisiologia, ha intuito come il fallimento delle precedenti ablazioni fosse legato alla particolare posizione di questo filo aggiuntivo che non si trovava in endocardio (zona interna del cuore) ma sulla sua superficie esterna.

 

Dimesso dopo due giorni

Questa particolare metodica si è rivelata efficace. “Dopo l’intervento il paziente non ha avuto più recidive di tachicardia ed è stato dimesso dopo 48 ore in perfetto benessere e senza dover assumere alcun farmaco” spiegano dell’equipe. “Si è trattato di un ottimo lavoro di squadra, ringraziamo quanti hanno preso parte a questa procedura per la cortese e professionale collaborazione”.