29-09-2022 ore 20:35 | Rubriche - Medicina e salute
di Gloria Giavaldi

La sanità di domani parte dal territorio: il punto con il direttore sociosanitario Maltagliati

“Serve superare la visione ospedalocentrica. La nostra Asst, con i servizi territoriali, che ne fanno e ne faranno parte dovrà diventare sempre più un riferimento per tutto il territorio, occupandosi anche del rapporto con le istituzioni locali e la conferenza dei sindaci”. Così il direttore sociosanitario di Asst Crema Diego Maltagliati, in linea con le indicazioni date a livello regionale, dipinge il prossimo futuro della sanità cremasca, nelle stesse ore in cui il consigliere regionale Matteo Piloni ha dato notizia dell'approvazione, da parte della giunta regionale, del Piano organizzativo aziendale strategico per l'Asst di Crema. Secondo quanto dichiarato dal consigliere dem, prevede la creazione della struttura complessa delle cure palliative, il ripristino del primariato di oculistica e la creazione della struttura di microbiologia. Così come verranno modificate le strutture semplici di neuropsichiatria e delle dipendenze (a Rivolta d’Adda) in strutture complesse”.

 

Via Gramsci

Quanto alle nuove strutture previste dalla riforma, le tempistiche appaiono definite, “al pari delle scelte, ormai definitive” riprende Maltagliati. A Crema la struttura di via Gramsci ospiterà la Casa della comunità, ma sarà anche sede del distretto e della Centrale operativa territoriale: “dovrebbe, con il tempo, divenire un punto di riferimento per ogni azione e attività sul territorio”. Il fatto che in un unico stabile si abbiano queste tre realtà “promette buone sinergie”. Da sempre “il presidio di via Gramsci è identificato dal cittadino come una sede della sanità, presenta spazi interni sufficienti per realizzare ciò che una casa di comunità prevede. Siamo consapevoli delle difficoltà legate a parcheggi e accessibilità. Per questo sono in corso da tempo interlocuzioni con il comune per approntare soluzioni di parcheggio alternative”.

 

Casa di comunità

I lavori verranno divisi in due tranches. Entro la fine dell'anno è garantito il ricollocamento e la riorganizzazione dei servizi esistenti, mentre dal 2023 ed entro la fine del 2024 prenderanno il via i lavori per la realizzazione della Casa di comunità hub: “al piano rialzato e al primo piano verranno collocati i nuovi servizi Asst sul territorio (dallo psicologo di comunità all'infermiere di famiglia). Il secondo piano verrà, invece, quasi interamente riservato ai medici di base che lì potranno incontrare specialisti, realizzare un certo numero di visite per i pazienti fragili e avvalersi degli strumenti che verranno previsti per una migliore raccolta dei dati”. La Casa di comunità “lo dice già il nome, sarà un luogo per la comunità, per la città, per il territorio, per l'ambito e dovrà essere identificato come tale”.

 

Rivolta d'Adda

A Rivolta d'Adda la Casa di comunità verrà avviata entro il 2024, mentre entro il 2023 dovrebbe concludersi la risistemazione di uno spazio non utilizzato del Santa Marta destinato all'Ospedale di comunità: saranno disponibili 20 letti per degenze brevi, provenienti dall'ospedale ma anche dal territorio. L'intento della direzione strategica guidata da Ida Ramponi è quello di “ rilanciare il polo di riabilitazione fino ad ora utilizzato solo in modo complementare al Maggiore di Crema, pure con una serie di servizi per il territorio”. Si fa largo l'ipotesi di una sinergia con il comune che potrebbe portare avanti, avvalendosi di enti esterni, la conduzione di un centro diurno e attività in seno alla riabilitazione della tossicodipendenza. Da questo punto di vista Asst procederebbe alla cessione in comodato d'uso del terreno.

 

Psichiatria e cps

Sul versante della telemedicina “stanno proseguendo le progettualità attuate dal polo di Rivolta d'Adda per la riabilitazione cardiologica e respiratoria e passi avanti si stanno facendo anche in psichiatria”. Scongiurato il pericolo della chiusura del reparto nei mesi estivi, prenderà servizio il prossimo 1 novembre il nuovo primario, Virginio Salvi. Resta la piaga della carenza di personale: il reparto è passato in poco più di un anno da 11 a sei medici, cui dovrebbero aggiungersi a breve altre due risorse specializzande ed il nuovo primario. Anche dal punto di vista strutturale si prospettano novità: il nuovo reparto di diagnosi e cura dovrà essere inaugurato a breve, mentre verrà effettuato un progetto di rilancio anche sul presidio di via Medaglie d'oro, “per una revisione totale dei servizi”. Nel giro di un paio di anni il presidio dovrebbe essere ristrutturato “a vantaggio di un Centro psico sociale adeguato. Lì dovrebbe trovare collocazione la neuropsichiatria infantile ed il centro diurno. Al momento abbiamo ottenuto la finanziabilità di un'opera presso un terreno attiguo al monoblocco ospedaliero, si tratta di un prefabbricato, che potrà ospitare la Comunità riabilitativa ad alta assistenza (ora in via Medaglie d'oro) e il Serd (Servizio per le dipendenze). In definitiva, l'intenzione è quella di creare un polo per salute mentale nei pressi dell'ospedale e lasciare nel presidio di via Medaglie i servizi ambulatoriali”.

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