28-07-2022 ore 09:17 | Rubriche - Medicina e salute
di Alessandro Baracco

Inps. Riconoscimento della cassa integrazione quando il termometro supera i 35 gradi

Nel maggio 2022 l’Oms (l’organizzazione mondiale della sanità) lanciava l’allarme sulle ondate di calore, considerate una grave minaccia per la salute della popolazione. I medici competenti italiani riuniti in congresso, nello stesso mese, sottolineavano che “i rischi per la salute determinati dalle situazioni climatiche estreme sono concreti e gravi, anche mortali e sono in relazione diretta con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro”. Pertanto gli esperti rivolgevano alle istituzioni un appello forte ad intervenire e a mettere in campo azioni di prevenzione.

 

Patologie da stress termico

Appello raccolto prontamente da Inps ed Inail che nei giorni scorsi (il 24 luglio) hanno pubblicato le linee guida per prevenire le cosiddette ‘patologie da stress termico’. “Le imprese — si legge nella nota dei due enti — potranno chiedere all’Inps il riconoscimento della Cassa integrazione quando il termometro supera i 35 gradi. Ai fini dell’integrazione salariale, però, possono essere considerate idonee anche le temperature percepite”. La cassa integrazione ordinaria dunque potrà coprire i periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa determinate dalle temperature elevate.

 

Lavori a rischio

Tra i lavori a rischio l’Inps indica sia quelli che si svolgono all'esterno, come i lavori di stesura del manto stradale, quelli di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto con indumenti di protezione, sia quelli che si svolgono al chiuso “che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore”. Nell’ambito del progetto Worklimate, l’Inps ha predisposto una piattaforma web per contrastare lo stress da calore. I Lavoratori e cittadini vi trovano precise indicazioni per svolgere in sicurezza le attività fisiche e lavorative in condizioni climatiche potenzialmente pericolose per la salute.

 

Aiuto reciproco

Per quanto riguarda le attività lavorative l’Inail ha diffuso un decalogo destinato a imprese e lavoratori su come difendersi dai fenomeni climatici estremi. Si suggerisce, ad esempio, di bere un bicchiere d’acqua fresca ogni 15 minuti, di vestirsi in maniera adeguata (con capi leggeri) e di evitare di lavorare a pelle nuda. Ai datori di lavoro l’ente nazionale per gli infortuni lavorativi chiede invece di riorganizzare i turni e di rendere disponibili ai lavoratori i distributori di acqua fresca e aree in ombra per le pause. Soprattutto, consiglia di promuovere forme di reciproco controllo dei lavoratori. Come? Utilizzando il cosiddetto ‘sistema del compagno che può prestare i primi soccorsi e chiamare i medici in caso di segnali di stress da calore’. (Alessandro Baracco, medico del lavoro).

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