28-05-2025 ore 16:27 | Rubriche - Medicina e salute
di Denise Nosotti

Asst: progetto ‘Integra’ contro la violenza di genere. Rafforzamento dei servizi e formazione

Per combattere la violenza di genere serve un lavoro in rete. È questo, in sintesi, il messaggio lanciato durante la presentazione del progetto “Integra: interventi e azioni a potenziamento della rete antiviolenza” promosso e finanziato da regione Lombardia. L’ente capofila è l’Asst di Crema in collaborazione con il comune di di Crema, Comunità Sociale Cremasca e Centro antiviolenza cremasco. Collegato alla rete anche la polizia di Stato. Integra è stato illustrato in sala Polenghi dal direttore generale di Asst Crema Alessandro Cominelli con la direttrice socio sanitaria Carolina Maffezzoni, Maria Damiana Barbieri, responsabile del Consultorio di Asst Crema e referente scientifico del progetto, l’assessore al welfare Anastasie Gold Musumary, la presidente dell’associazione Donne contro la violenza Gianna Bianchetti, il questore Alessio Rocca e il vice ispettore Vincenzo Lupo. In sala anche il direttore di Csc Davide Vighi.

 

Implementazione dei servizi e formazione

Il direttore Cominelli ha evidenziato i due fondamenti su cui si basa il progetto: l’implementazione dei servizi alle donne vittime di abusi e il rafforzamento della formazione per gli operatori. ‘Si tratta di un impegno corale. La componente sanitaria si unisce a quella sociale per dare una mano alle vittime. È uno sforzo istituzionale per lavorare in modo integrato’. Maffezzoni è entrata nel dettaglio del progetto. “Secondo i dati Istat 2024, il 31,5 per cento delle donne tra i sedici e i settant’anni ha subito qualche forma di violenza fisica o psicologica. In totale sono sette milioni di donne. Un dato molto importante, ma non completo perché c’è ancora tanto sommerso ovvero tante donne non denunciano o non cercano aiuto rivolgendosi ad enti competenti”.

 

Obiettivo: sensibilizzazione

“Nel progetto, una parte importante è la sensibilizzazione che si ottiene parlando del problema e affidandosi ai servizi. È importante far crescere la consapevolezza nelle donne rispetto a quanto subito o potrebbero subire. Tante non percepiscono ancora la violenza come reato. Una parte rilevante nel progetto sono anche i figli. I maschi che assistono a violenze hanno una percentuale in più di possibilità di sviluppare lo stesso sentimento e agire di conseguenza e le figlie di subire violenze. Regione Lombardia ci offre l’occasione per mettere mano alla progettualità per azioni contro la violenza come Asst, come polo ospedaliero e territoriale. I destinatari sono le donne e i loro figli e gli operatori di tutta la rete”.

 

‘Più donne negli alloggi protetti’

L’assessore Musumary ha ribadito: “la violazione dei diritti umani ha risvolti sulla comunità a livello sociale, psicologico, economico ed educativo. Le donne devono essere aiutare a comprendere la loro situazione in caso di abusi. Come servizi sociali abbiamo registrato un aumento dei casi di donne in codice rosso sistemate in alloggi protetti. La lotta alla violenza di genere è da sempre nei percorsi del piano di zona”. Maria Damiana Barbieri ritiene fondamentale costituire una cabina di regia interna ed esterna all’azienda, composta da operatori del polo ospedaliero e territoriale come il pronto soccorso, l’ostetricia e la ginecologia, il servizio di psicologia clinica, il servizio sociale, il consultorio e ampliare la procedura interna con l’obiettivo di coordinare la raccolta dei dati delle donne che si rivolgono a Asst Crema. In questo modo sarà più semplice condividere le informazioni con gli attori della rete territoriale interistituzionale antiviolenza e attivare un secondo livello più operativo di intervento, orientato  alla pianificazione di un progetto individuale attraverso la costituzione di micro-equipe integrate. Con questo approccio, ci attendiamo di aumentare il numero di donne prese in carico rispetto al numero complessivo di donne intercettate per poter offrir loro un aiuto concreto. Parallelamente, occorre attivare percorsi di formazione articolati su livelli diversificati, sia interni all’azienda sociosanitaria che alle varie agenzie territoriali così da aumentare il livello di conoscenza professionale. A maggior ragione in vista dell’avvio delle Case di Comunità poiché i professionisti effettueranno anche attività domiciliari e saranno i primi a poter intercettare situazioni particolari, non dichiarate”.

 

I dati nel Cremasco

“La violenza di genere – commenta Gianna Bianchetti è tristemente presente anche nel nostro territorio. Secondo i dati forniti dall’Associazione Donne contro la violenza sono state 93 le donne accolte al Cav nel 2024, alcune già note, 53 nuovi casi. Il 78 per cento delle donne accolte sono italiane e il 75 per cento con figli. Complessivamente i figli delle donne accolte sono 127, di cui 82 minorenni. La maggioranza di loro ha dichiarato di subire contemporaneamente maltrattamenti plurimi: 88 casi di violenza psicologica, 51 casi di violenza fisica, 48 di violenza economica, 19 casi di stalking, 18 di violenza sessuale. Sono stati 512 i colloqui individuali del percorso di uscita dalla violenza, 156 le conversazioni telefoniche e 14 le consulenze legali offerte. Un fenomeno trasversale e molto complesso. Per contrastarlo, oltre al lavoro di prevenzione continua, occorre mettere in campo azioni integrate fra più enti per costruire un’area di protezione intorno alle donne. La nostra partecipazione al progetto Integra va proprio in questa direzione”.

 

La posizione della Polizia

Confermano i dati in crescita Alessio Rocca e Vincenzo Lupo: “un fenomeno che purtroppo non tende a diminuire ma che viene rilevato costantemente. Nella crescita di denunce, leggiamo un dato positivo: la diminuzione del sommerso. Accogliamo con grande entusiasmo il progetto Integra e la volontà di tutti gli attori di intensificare la rete a supporto delle persone che subiscono violenza”.