Nursing up si appella al governo: ‘servono almeno 24 mila infermieri di famiglia’

Il sindacato nazionale ‘Nursing Up’ si interroga sulla ‘figura dell’infermiere di famiglia’, progetto presentato oltre due anni fa e ancora fermo in Senato. Il presidente nazionale Antonio De Palma fa un excursus storico sul percorso che ha portato la proposta sul tavolo del Senato. “oggi il disegno di legge è ancora fermo in commissione igiene e sanità. Perché? Eppure la legge sarebbe indispensabile per avviare più che mai una serie di normative atte a finalizzare l'enorme mole di risorse finanziare a disposizione. Con il Pnrr sono stati stanziati ben sette miliardi di euro per la ricostruzione della sanità territoriale italiana, a partire, ma non solo, dall'assistenza domiciliare, con la figura dell'infermiere di famiglia.

Ne servono 24 mila

“Nel luglio 2020 dopo lo scoppio della pandemia, il Governo decide di provvedere a introdurre 9600 infermieri di famiglia. Una legge, di fatto ancora, non c'era, ma intanto si pone la necessità, in piena emergenza sanitaria, di snellire i ricoveri e provare a rafforzare la sanità territoriale. Tutto questo fa ben sperare, anche perché l'infermiere di famiglia sarebbe di notevole supporto ad una sanità ordinaria messa a dura prova dal Covid, laddove malati cronici e soggetti fragili non possono essere abbandonati a se stessi al di fuori”. Nel maggio 2021, il Nursing Up evidenzia la necessità di avere almeno un infermiere ogni 2-2500 abitanti. Quindi non bastano più i 9600 infermieri di famiglia, peraltro mai assunti, perché ora ne servono almeno 24 mila.

Testo in commissione igiene

Nel giugno 2021 il disegno di legge, presentato dai cinque stelle, sull’infermiere di famiglia approda, come testo base, in commissione igiene e sanità del Senato. “noi, che da anni, ben prima del Covid, ci siamo esposti sulla necessità di introdurre questa figura professionale, che sul modello inglese poteva e può di fatto contribuire a cambiare il sistema, speriamo si sblocchi presto”.