E' una grande gioia intervistare il prof. Alberto Simonetti, che è stato il mio insegnante di violino: dobbiamo andare indietro nel tempo, agli inizi degli anni Ottanta, quando anch'io sono stata un'ex allieva del Civico Istituto Musicale Folcioni. Allora il mio maestro mi appariva così alto, così severo ed ora lo ritrovo in una delle sale al primo piano dell'edificio, che ospita la scuola e il teatro San Domenico, ed emergono tratti diversi: la simpatia, l'ironia e la passione educativa per l'insegnamento di uno strumento, che affascina ed emoziona sia chi lo suona, sia chi lo ascolta.
44 anni in fila per 6 col resto di 2
Il maestro Simonetti, che insegna violino e musica da camera, inizia a raccontare di sé e del suo iter di studi: “Sono uno degli insegnanti, che ha avuto anche la fortuna di studiare in questa scuola. Dopo un percorso, durato 3-4 anni, sono passato direttamente a Milano, dove ho proseguito gli studi fino al diploma, poi ho continuato per altri 4 anni a Francoforte, in Germania, e in seguito anche in Svizzera.” Il primo incarico al Folcioni risale al 1980: “Ricordo benissimo il mio primo giorno da insegnante: era l'8 di ottobre, il giorno in cui ho compiuto 18 anni. Sono docente in questa scuola ormai da 44 anni... in fila per sei col resto di due”. Si ride, la soggezione di un tempo ha lasciato il posto alla piacevolezza dell'incontro.
Accostarsi alla musica
La conversazione procede spigliata e cordiale: “Volevo iscrivermi a pianoforte, ma non c'era posto. Allora mi sono detto, va bene, intanto iniziamo a suonare il violino. Ora posso dire che per fortuna un posto nel corso di piano non si è mai liberato e ho proseguito con questo strumento e poi con la viola, conseguendo un doppio diploma”. Di titoli e attestati Simonetti ne ha molti all'attivo: ha conseguito anche il diploma europeo Suzuki, che attiene all'insegnamento della musica rivolto in modo specifico ai bambini in età prescolare: “Così come il bambino impara a parlare per imitazione, lo stesso bambino gioca e imita l'insegnante. Naturalmente è fondamentale la presenza del genitore, che anche a casa deve continuare nel lavoro indicato a lezione. Perciò, se il bambino non apprende, io me la prendo con mamma e papà”.
La relazione tra alunno e maestro
Il professore ci spiega che le lezioni di strumento sono individuali e proprio attraverso questo percorso, iniziato in tenera età, emergono le attitudini, i talenti e anche i problemi e le fragilità. Si crea un rapporto importante tra maestro ed allievo, perciò sono necessarie anche competenze psicologiche e pedagogiche. “Io sono convinto che tutti i bambini siano predisposti non solo per il violino, ma per qualsiasi tipo di strumento. Se il bambino fin da piccolo è abituato a cantare, a giocare in serenità. quando crescerà questo diventerà il suo stile di vita. Devo anche dire che le quote rosa nel mio corso sono sempre preponderanti, si attestano intorno al 90%”.
L'offerta formativa
“Oltre alle ore di strumento è fondamentale la musica d'assieme, che obbliga una persona a rapportarsi con altre persone, a confrontarsi con chi suona in modo diverso. Io voglio che gli alunni siano propositivi, aperti verso gli altri e verso il mondo". Il maestro di violino si dice convinto che gli istituti musicali siano stati vittime della nuova riforma, che nel 1999 ha trasformato i conservatori in università: “Tra mille difficoltà burocratiche, ora abbiamo il dovere e il piacere di preparare questi alunni ad alti livelli, in modo che possano accedere a percorsi di studio ancora più qualificati”.
La musica è uno stile di vita
“Io ascolto musica in qualsiasi momento. La musica è una passione. La musica è amore per le persone. Non si studia, come diceva il buon Suzuki, per diventare geni, si studia per formare lo spirito, per sapersi integrare nella società, per imparare ad ascoltare. Il divertimento è fondamentale, l'impegno anche”. Il maestro continua ad argomentare, affermando che la musica è un po' come lo sport, richiede allenamento, anche muscolare, perché si deve sviluppare anche la componente fisica: “Ci vuole quello che io chiamo approfondimento domestico: a casa bisogna cercare di lavorare ogni giorno”.
I concerti nella natura
“Una delle attività che amo di più è andare in vacanza con i miei alunni e fare musica tutto il giorno”. Lo sguardo di Simonetti si accende di entusiasmo: “A Cusio, un paesino molto carino nei pressi della Val Brembana, un amico sacerdote di Crema mi consente di utilizzare una casa oratoriale in autogestione, dove gli studenti sperimentano una vita comunitaria. Si studia in pineta, ad ogni ragazzo assegno un pino, sotto il quale suonare, in sottofondo si sente il ruscello. E' una settimana full immersion: al mattino due o tre ore di studio, si pranza insieme e poi ancora un po' di studio nel pomeriggio e infine i concerti in valle o in alta quota.” Attraverso la musica gli allievi sperimentano la bellezza dello stare insieme a contatto con la natura e questo li riempie di soddisfazione.