27-05-2023 ore 17:18 | Rubriche - Medicina e salute
di Rebecca Ronchi

In sala Polenghi il convegno di reumatologia: ‘il modello integrato facilita l’accesso alle cure’

In sala Polenghi molti operatori delle professioni sanitarie hanno partecipato al convegno di reumatologia organizzato dall’unità operativa di riabilitazione neuromotoria di Asst Crema, diretta da Stefano Farina. Il direttore generale Ida Ramponi ha spiegato che “quello di Rivolta d’Adda è un presidio dalla forte vocazione riabilitativa, che dovrà essere mantenuta e ampliare lo sguardo. Nonostante le difficoltà di organico, lavoriamo insieme per riuscire bene in ciò che possiamo fare”. All’orizzonte, da questo punto di vista, anche “collaborazioni con importanti ospedali milanesi”.

 

Infiammazioni e invalidità

Le patologie reumatiche interessano in Italia cinque milioni e mezzo di persone (circa il 10 per cento della popolazione) e sono la seconda causa di invalidità permanente. Complice l’invecchiamento, il numero è destinato ad aumentare. Diverse sono le patologie, diverso il trattamento. Per Anna De Matthaeis, titolare dell'ambulatorio di immunoreumatologia dell’Asst di Crema, “è fondamentale formulare precocemente una diagnosi ed iniziare un trattamento per una remissione della malattia”. “Dolore e infiammazione - ha sottolineato Farina – rappresentano il punto chiave di queste patologie. Il fisiatra, specializzato nella gestione del dolore, è chiamato a lavorare in sinergia anche con il reumatologo”.

 

Il primo approccio

I medici di base sono “i primi ad intercettare pazienti reumatologici” e secondo la dottoressa Paola Villani “una rapida valutazione da parte nostra consentirebbe un accesso alle cure in un tempo utile ad arrestare il processo infiammatorio, attraverso la terapia farmacologica, prima che i danni divengano irreversibili”. I pazienti reumatolgici cronici sono esposti ad un maggiore rischio di malattie cardio cerebro vascolari. Bersaglio delle patologie reumatologiche è il piede. “L’integrazione del podologo all’interno della rete è molto importante”, ha spiegato la podologa Palmucci: “anche a partire dalla consapevolezza che la perdita di autonomia nel cammino riduce l’aspettativa di vita del paziente”. Più ampio lo sguardo del tecnico ortopedico Angela Linzalata, dedicato all’analisi posturale del paziente reumatologico.

 

Modello bio psico sociale

La fisioterapista Tiziana Nava ha fatto notare come “sia importante un’integrazione tra i diversi specialisti, perché non dobbiamo farci carico solo della malattia, ma della condizione di disabilità che la persona vive e quindi attuare una riabilitazione basandoci sul modello bio psico sociale”. Ben inteso “il paziente è al centro di questo percorso, è parte attiva, è protagonista. Dobbiamo essere capaci di comunicare con lui e fare rete tra professionisti”. La giornata si è conclusa con una sessione pratica dedicata ai fisioterapisti.

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