27-04-2023 ore 10:13 | Rubriche - Medicina e salute
di Claudia Cerioli

Le donne medico chiedono più sicurezza dentro e fuori l’ospedale dopo il tragico episodio di Pisa

All’indomani della morte di Barbara Capovani, psichiatra di Pisa, a causa dell’aggressione da parte di un suo ex paziente, l’associazione donne medico di Crema, presieduta da Antonia Carlino, si interroga sul livello di sicurezza degli operatori sanitari negli ospedali e fuori. “Una professionista sanitaria, una collega, una donna è stata massacrata ed è morta nell’esercizio delle sue funzioni - scrive il direttivo Aidm - chiediamo fermamente atti concreti a protezione e salvaguardia del personale sanitario tutto e in particolare il personale femminile, che rappresenta oltre il 70 per cento della forza lavoro in sanità, la cui professionalità troppo spesso è misconosciuta, troppo spesso viene umiliata, fino alle conseguenze estreme della lesione e dell’annientamento fisico”.

 

Vicinanza alla famiglia

“La nostra voce - prosegue il direttivo dell’associazione - deve alzarsi forte e chiara per stigmatizzare in tutte le sedi, sindacali contrattuali nazionali, regionali e territoriali ,in tutte le forme di comunicazione, a tutti i livelli , scientifici e istituzionali, il grave rischio lavorativo, non solo emergenziale bensì strutturale, cui come medici e come donne medico siamo esposti. Arginare un tale ingravescente fenomeno, in una società sempre più violenta, significa rendere operative in modo mandatorio le normative relative alla sicurezza di chi lavora in sanità. La morte sul lavoro di una donna medico non può essere considerata frutto di un  tragico incidente  di percorso , ma sottolinea le radici profonde , per quanto sommerse , delle cause del disagio della professione. Essa rivela quanto urgente si presenti la necessità , non solo di monitorare il fenomeno , ma di formare sul tema  i lavoratori ma soprattutto chi ha la responsabilità piena della loro sicurezza”. L’associazione cremasca esprime vicinanza alla famiglia di Barbara Capovani.

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