26-09-2022 ore 20:36 | Rubriche - Musica
di Gloria Giavaldi

'La musica si fa insieme', i Beatles plasmano il domani: a Crema due giorni di storia e di futuro

I Beatles lasciano una traccia. Dopo anni “insegnano che la musica si può fare bene solo insieme. In una cantina, con la gavetta, a colpi di live andati storti e di amici sinceri che te lo fanno notare. Ciò che conta è avere sempre la forza e la passione di riprovarci”. Di mettere in musica, insieme, la solitudine, il dolore, le emozioni, l'amore, la grinta. Secondo il docente Giancarlo Dossena è per questo che i Beatles “sono attuali e aiutano la didattica, la cambiano. Trovano spazio ancora oggi, sovvertendo la tendenza di valorizzare il singolo e di attribuire il potere di giudicare una carriera ai giudici di un talent show. Ecco, in questo panorama i Beatles oggi ci dicono che la differenza la fa il gruppo. La fanno quattro ragazzi volenterosi di dire la loro. Di fare la differenza insieme”.

 

Verso il futuro

Si riassume in queste poche parole il senso dei Beatles Days cremaschi, andati in scena in questo fine settimana negli spazi della Fondazione san Domenico. Nati da un'idea di Paolo Cella “hanno voluto veicolare un'idea diversa: non di qualche appassionato nostalgico del passato, ma di musicisti e fan di ogni genere che vedono in quella musica un veicolo per il futuro. Uno stimolo importante per i nostri giovani”. Come spiega lo stesso Cella: “gli eventi che hanno visto i nostri giovani protagonisti fanno parte della linea promossa dal cda della Fondazione che vuole le nostre strutture sempre più casa per i giovani talenti”. Perché, prima che dell'esperienza, i giovani necessitano “di qualcuno che creda in loro e indichi loro la strada”.

 

Un passato che non passa

Nella galleria Arteatro si scorgono fotografie, poster, vinili, Memorabilia che raccontano un'epoca. Uno spaccato della nostra (sì, perchè i Beatles sono di tutti) storia. “E' passato, ma non è passato”. Rolando Giambelli è il presidente dell'associazione Beatlesiani d'Italia. È un appassionato, lo si avverte dalla voce. Poi è “un musicista ed un fotografo”. “Avevo 13 anni quando mi sono innamorato dei Beatles e oggi è un amore che continua, che voglio trasmettere con alcuni pezzi portati a Crema dal museo di Brescia. C'è la vetrina dedicata John Lennon, lo Yellow submarine all'ingresso, “le mie foto”. E i poster. C'è il desiderio di raccontare “quei quattro che sono capaci ancora oggi di far innamorare un ragazzo come negli anni'60. Perché la loro musica è evergreen. E loro sono sempre vivi. Quello che ci hanno insegnato resta”. Hanno insegnato ad includere, ad unire. A diffondere bellezza, quella nascosta dietro un'emozione.

 

Giovani talenti

Meritano di essere suonati “come se fossero attuali, come se fossero vivi. Come se fossero vostri”. Le parole di Nicola Cazzalini, pronunciate durante lo spettacolo conclusivo della due giorni Sei personaggi in cerca dei Beatles, sono piene di speranza. “Di un futuro ancora da scrivere”. Con lui, sul palco nei panni del manager dei Beatles Mal Evans, una band di giovani musicisti composta da Roberto big Conti (voce e basso), Dario Sorano (voce e chitarra), Francesco Cella (voce, chitarra e piano), Pierangelo Mulazzani (tastiere), Giancarlo Dossena (batteria) coadiuvati da un giovanissimo Nicolò Schiavini. Con la regia di Rosa Messina e la collaborazione di Giorgio Pizolu lo spettacolo è stato, in realtà, un viaggio di successi “dopo gli insuccessi”: Da Come together a Day tripper fino a Let it be e Hey jude. “Un modo particolare – spiega Cella – per dire che i Beatles insegnano ancora oggi e sono eredità per i tanti giovani che si sono avvicendati sul palco in questi giorni”. Da Riccardo Dolci all'organo, fino agli Shout, passando per Oisavar Ensemble, gli Scrafige o i giovani del Folcioni diretti da Pierangelo Mulazzani. “Questa due giorni è stata un successo: oltre mille accessi in fondazione per i tanti eventi che abbiamo proposto. Numeri che dicono che i Beatles sono ancora vivi” chiude Cella.

4605