26-07-2013 ore 21:28 | Rubriche - Storia delle religioni
di don Emilio Lingiardi

Sabato 27 luglio si ricorda il martirio del patrono di Crema. San Pantelone, medico dell’anima e del corpo, verrà pregato durante la messa in San Bernardino, in città

Il 27 luglio dell’anno 305, a Nicomedia (attuale Turchia), sede dell’impero romano orientale, nella decima ed ultima persecuzione decisa dall’imperatore Diocleziano, veniva decapitato il giovane medico Pantaleone. Di nobile e benestante famiglia, educato alla fede cristiana dalla madre, solo in età matura, con il consiglio del medico Ermolao, entrava nella chiesa cattolica attraverso il battesimo, scelta libera che ha convinto pure il padre ad accettare.

Nelle case per curare i sofferenti
Con un gruppo di medici cristiani, si era costituita un’associazione di operatori sanitari “anargiri”, che passavano di casa in casa a curare gli ammalati gratuitamente. Oltre la competenza professionale, Pantaleone è riconosciuto anche per questa disponibilità generosa con la quale è sempre entrato nelle case per curare i sofferenti nel corpo e nello spirito.

Il martirio
La sua fama nota in città, ha convinto lo stesso imperatore a sceglierlo come medico di corte fino a quando la sua aperta dichiarazione di fede ha portato Diocleziano, come per tutti i servitori della reggia, a sollecitare una chiara professione di fede: o il culto alle divinità pagane o l’adesione al Vangelo. Nonostante le minacce e le prime persecuzioni (es. la ruota) Pantaleone ha manifestato sempre la sua testimonianza ferma e credibile in Gesù fino alla decapitazione.

Medico dell’anima e del corpo
Subito le comunità cristiane l’hanno pregato e invocato come medico dell’anima e del corpo, così da essere un Santo molto ricercato prima in Oriente e poi con le crociate in Occidente. Buona parte del suo sangue infatti si trova a Ravello, in provincia di Salerno, portato dalla Repubblica di Amalfi, sangue che si liquefa in questa giornata come San Gennaro a Napoli. Altre reliquie del suo corpo si trovano a Venezia portate in seguito alle crociate.

La liberazione dalla pestilenza
Nel 1361 i cremaschi, colpiti dalla terribile pestilenza, dietro suggerimento di notabili che ne conoscevano la storia e la professione, hanno invocato il 10 giugno il patrocinio di San Pantaleone perché avesse a liberare il nostro territorio da questa grave sofferenza. L’apparizione sul cielo di Crema, tra la Cattedrale e il palazzo comunale, confermava la sua protezione sulla città e sul territorio che si è visto liberato da questo tremendo contagio. Da allora la nostra festa patronale è stata fissata lo stesso giorno dell’apparizione del Santo.

La messa in ricordo del martirio
Nella chiesa di San Bernardino, in città, sarà ricordato in modo particolare anche il giorno del suo martirio, sabato prossimo nella messa delle ore 18: affideremo alle intercessioni del nostro patrono gli ammalati e i sofferenti perché siano da lui confortati e consolati, ma anche i giovani in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, con la presenza di Papa Francesco, perché siano liberati dalle nuove pestilenze di oggi (droga, alcool, gioco d’azzardo, ecc.) e abbiano il coraggio di scelte di vita generose e gioiose che diano senso pieno alla loro esistenza.
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