26-04-2020 ore 10:30 | Rubriche - Medicina e salute
di Giovanni Colombi

Coronavirus, ''cosa sappiamo oggi''. Il punto del medico cremasco Agostino Dossena

“Stiamo imparando sempre di più sul Covid ed è chiaro che è più di una semplice malattia respiratoria. In più può manifestarsi in tantissimi modi, imitando le più varie malattie”. A dichiararlo è Agostino Dossena, medico rianimatore cremasco. “Può causare sintomi che possono essere confusi con un raffreddore o l'influenza. Può causare congiuntivite, naso che cola, perdita di gusto e olfatto, dolori muscolari, affaticamento, diarrea, perdita di appetito, nausea e vomito, eruzioni cutanee su tutto il corpo e aree di gonfiore e arrossamento in pochi punti. In stadi avanzati di malattia, i medici hanno anche riportato persone con problemi di ritmo cardiaco, insufficienza cardiaca, danno renale, confusione, mal di testa, convulsioni, sindrome di Guillain-Barre e svenimenti, insieme ad alterazioni della glicemia”.

 

Come invade il nostro corpo?

“Quando le particelle virali – prosegue Dossena - entrano nei nostri occhi, naso o bocca, le spike proteins, le proteine con la punta presenti sulla superficie del virus si collegano con un recettore specifico, noto come ACE2, presente sulla superficie delle nostre cellule, consentendone l'ingresso. I recettori ACE2 sono un ottimo bersaglio perché si trovano negli organi di tutto il nostro corpo. Una volta che il virus entra, trasforma la cellula in una fabbrica, creando milioni e milioni di copie di se stesso, che possono quindi essere espirate o tossite per infettare gli altri.

 

Come si comporta con le cellule

“Al fine di eludere il rilevamento precoce da parte del sistema immunitario, il coronavirus utilizza più strumenti per impedire alle cellule infette di chiedere aiuto. Il virus elimina le proteine del segnale di soccorso che le cellule producono quando sono sotto attacco. Distrugge anche i comandi antivirali all'interno della cellula infetta. Questo dà al virus molto più tempo per fare copie di se stesso e infettare le aree circostanti prima che venga identificato come un invasore. Questo è uno dei motivi per cui il virus si diffonde prima che inizino le risposte immunitarie e probabilmente coincide con la cosiddetta fase pre-sintomatica, in cui non è presente neanche la febbre. Molti con sintomi lievi o assenti sono in grado di respingere il virus prima che peggiori. Queste persone possono avere sintomi solo relativi al sito in cui sono state infettate per la prima volta: congiuntivite se occhi, raffreddore se nel naso etc. Ma quando il corpo non riesce a distruggere il virus nel suo punto di ingresso, le particelle virali avanzano più a fondo nel corpo, addentrandosi nei polmoni, facendosi strada nel tratto digestivo o facendo una combinazione di entrambi. Una volta che il virus è penetrato in varie parti del corpo, inizia a causare danni più gravi. È qui che possono verificarsi attacchi diretti ad altri organi che hanno recettori ACE2, inclusi muscolo cardiaco, reni, vasi sanguigni, fegato e potenzialmente il sistema nervoso centrale. Questo può essere uno dei motivi della vasta gamma di sintomi che il Covid19 può causare”.

 

Il cervello, il sistema nervoso e le alterazioni cutanee

“Anche il cervello e i nervi possono essere preda del coronavirus. Esistono molte vie che un virus potrebbe prendere per invadere il sistema nervoso centrale. Una ipotesi un po' contestata è che la perdita dell'olfatto potrebbe indicare che il nervo responsabile dell'olfatto è infetto e può trasportare il virus nel sistema nervoso centrale, incluso il cervello. Le prime autopsie hanno mostrato che le particelle virali possono essere trovate non solo nel naso e nella gola, ma anche in lacrime, feci, reni, fegato, pancreas e cuore. Di recente sono state pubblicate immagini che mostrano un'ampia varietà di alterazioni cutanee. Alcune eruzioni cutanee sembrano essere simili a quello che viene chiamato esantema virale, che è un'eruzione cutanea generale che può verificarsi con quasi tutti i virus, ma alcune sembrano essere specifiche”.

 

I polmoni

“I gravi danni ai polmoni – continua Dossena - possono essere il fattore scatenante che attiva e provoca una eccessiva risposta immunitaria attraverso una raffica di sostanze chimiche di segnalazione, note come citochine. Il diluvio di queste sostanze chimiche, che viene definita "tempesta citochinica", è una complessa interazione di sostanze chimiche che può causare la caduta della pressione sanguigna e portare a ulteriori lesioni all'interno di polmoni, cuore, reni e cervello. I primi risultati delle autopsie mostrano coaguli ampiamente sparsi in più organi: coaguli di grandi vasi, tra cui trombosi venosa profonda (TVP) nelle gambe ed emboli polmonari (EP), coaguli nelle arterie e piccoli coaguli in piccoli vasi sanguigni negli organi di tutto il corpo. Questi coaguli si verificano anche quando i pazienti sono trattati con farmaci per la prevenzione del coagulo. Sebbene la ragione della formazione di trombi e microtrombi non sia ancora chiara, questa evenienza sembra giocare un ruolo molto importante nel peggioramento del quadro clinico ed è spesso la causa dell’esito infausto”.

 

Le difficoltà nel combattere il virus

“Oltre ai danni collaterali causati dalle tempeste di citochine e dalla coagulazione – conclude il medico - altre cose come la bassa pressione sanguigna derivante da una malattia grave, bassi livelli di ossigeno, uso del ventilatore e trattamenti farmacologici possono danneggiare tutti gli organi del corpo, inclusi cuore, reni, fegato, cervello e altri organi. Anche se i medici imparano ogni giorno di più sul virus e su come e dove attacca il corpo, il trattamento orientato verso questi obiettivi pone problemi significativi. Molti farmaci corrono il rischio di distruggere il delicato equilibrio che consente al corpo di combattere la malattia o a gestire l'infiammazione e a volte rappresentano un’arma a doppio taglio. Tanto i medici sanno e possono fare una volta che la malattia ci ha colpito; quello che possiamo fare da parte nostra è mettere in atto tutte le precauzioni per non venire a contatto con il virus e fare in modo che il nostro sistema immunitario sia nella migliore condizione possibile attraverso una sana alimentazione e una corretta igiene di vita. La buona notizia è che il virus sembra perdere la sua virulenza, con manifestazioni meno gravi”.

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