“Mi chiamo Pierangelo Mulazzani, sono cremasco, ma ci tengo a dire che ho fatto i miei migliori anni, ormai quest'anno sono 42, a Trescore Cremasco. Ci tengo anche perché la mia esperienza musicale è nata lì, con il mio insegnante delle scuole medie, che mi ha un po' avviato: prima la batteria, poi il pianoforte, poi sempre e solo pianoforte, per il piacere dei miei vicini di casa”. Con un piglio frizzante e divertito, ha inizio l'interessante conversazione non convenzionale con il professore di pianoforte moderno e del laboratorio Imparerock del Civico Istituto Musicale Folcioni di Crema.
Dal piano classico ai Metallica
Mulazzani prosegue nel racconto del suo percorso di studi: “Mario Piacentini, che non posso non citare, è colui che mi ha consigliato, dicendomi che avevo qualche dote e che, se avevo passione, potevo coltivarla. Grazie a lui, sono riuscito a fare della musica la mia professione, che è anche ciò che mi piace fare. Poi ho studiato il piano proprio qui alla scuola Folcioni e in seguito mi sono diplomato al conservatorio Monteverdi di Cremona, sotto la guida di Enrico Tansini, il maestro che mi ha guidato per tutti gli anni di formazione”. Il docente si è formato in pianoforte classico, ma rivela di aver sempre avuto la passione per la musica pop, per la musica moderna, fin da ragazzino: “Ai miei tempi andavano di moda i Metallica. Io avevo lo stereo e mi ascoltavo i dischi, ereditati da mio fratello”.
Un professore pop/rock
“Ho avuto da subito la passione per il pop, per il rock, che poi ho coltivato anche durante gli studi classici, e andavo a cercare proprio quelle sonorità, che sentivo nei dischi. Questo un po' mi ha accompagnato anche dopo il percorso accademico e ho iniziato a suonare nelle band, ho iniziato a fare cover, insomma, la classica gavetta del pianista tastierista. Con queste esperienze ho capito anche come ci si rapporta sul palco con altri musicisti”. Il musicista accenna ad una delle esperienze professionali più importanti, vissute finora: dal 2015 al 2018 è stato tastierista dei Bravi Ma Basta, già band ufficiale di tre edizioni di “Absolutely” di MTV, con la quale ha accompagnato diverse tournée teatrali di Renato Pozzetto.
Allievi di ogni età
Chiediamo al docente di parlarci dei suoi allievi: “L'età è proprio trasversale, perché si parte da ragazzini anche molto piccoli, poi ci sono i giovani, che iniziano con una formazione pianistica tradizionale, perché la tecnica di base è fondamentalmente la stessa”. Mulazzani ci spiega che ci sono allievi di tutte le età, con aspirazioni diverse, da chi ha un interesse di tipo professionale a chi lo fa più per passione amatoriale: “La mia allieva più piccola è stata una bambina di 9 anni e il più maturo, diciamo così, è sui 50. La lezione è molto personalizzata ovviamente, perché ci sono esigenze diverse, però lo spirito del corso è quello di offrire una tecnica pianistica di base, almeno iniziale. Dopodiché ci si sgancia dal pianoforte e si affrontano anche altri strumenti a tastiera, quindi piano elettrico, Fender Rhodes, Hammond, E-Synth”.
Esecuzione e creatività
“Quando ci si approccia con questi altri tipi di strumenti a tastiera, bisogna affrontarli con un altro tipo di sensibilità, di orecchio, perché i suoni sono differenti e la risposta meccanica degli strumenti è diversa. Ci sono tanti aspetti da affrontare proprio dal punto di vista tecnico”. Il professore si addentra in argomenti più tecnici: “Poi c'è la parte più creativa del pianoforte moderno, che focalizza molto l'attenzione sulla creatività, cioè sul rendere una stessa struttura di accordi o una stessa struttura di un brano, in diretta, in tempo reale, in maniera estemporanea. Il modo in cui si può suonare, può cambiare notevolmente da esecuzione ad esecuzione. Il pianoforte classico è più vincolato ad una partitura scritta nota per nota”.
Il futuro è già qui: Imparerock
Da diversi anni la scuola di musica propone il laboratorio Imparerock, che è rimasto attivo, anche se in modalità a distanza, durante il lockdown, causato dal Covid: “E' un corso di musica d'assieme. Qualcuno potrebbe pensare che sia meno strutturato rispetto ad altri corsi, ma è l'esatto opposto: su ogni brano vengono forniti degli arrangiamenti studiati, in base al livello generale dei ragazzi, a cui bisogna attenersi. C'è una sapienza alle spalle, in quanto il brano è stato ben calibrato e bisogna eseguirlo così, altrimenti si sente che manca qualcosa. Ci sono i dettagli da curare, i dettagli fanno spesso la differenza”. Questo è un corso molto importante per la scuola, perché è il momento in cui tutte le classi di strumento individuale possono confluire e tutti gli allievi possono interagire con altri ragazzi, provenienti dalle altre classi di strumento individuale. Si impara a rispettare le tempistiche, ad ascoltare gli altri, a mettersi d'accordo”.
Musica e tecnologia
Al professore che ha una laurea in fisica, chiedo se la sua anima scientifica gli sia stata utile e si sposi con il suo essere musicista ed insegnante: “Oggigiorno c'è un rapporto molto stretto tra musica e tecnologia, anzi vanno di pari passo: chiunque con pochi mezzi tecnologici può realizzare una propria canzone, una propria produzione anche di un certo livello. A maggior ragione le scuole dovrebbero equipaggiarsi in questo senso, perché fornirebbero agli allievi degli strumenti per realizzare già delle produzioni musicali notevoli. In Folcioni c'è un corso indirizzato proprio alla produzione musicale Home Recording, fatta in casa: basta poco, una scheda audio, un PC di buona qualità, un software, non è per niente inaccessibile”.
Nel tuo ruolo di professore del Folcioni, hai un sogno nel cassetto?
“Sì, mi piacerebbe far crescere ancora di più il corso di musica d'assieme. Vorrei che spiccasse ancora di più il volo, che i ragazzi riuscissero a fare un passo ulteriore, cioè quello di proporre dei loro arrangiamenti, scrivere dei loro pezzi. Non siamo ancora a quel punto, però mi piacerebbe arrivare ad un saggio di Imparerock fatto solo di inediti”. La carica di entusiasmo del professore rock è contagiosa e convince anche noi, quando conclude l'intervista, dicendo: “Sarebbe il mio sogno e credo che ci arriveremo”.