È tempo di bilanci per l’associazione Donne contro la violenza di Crema. I numeri dei servizi offerti gratuitamente, garantendo riservatezza e anonimato, mostrano il lavoro da compiere sia ancora molto. I casi sono in aumento: dal 1990 al 2018 l’Associazione ha accolto 1822 donne e nel 2019 il Cav (Centro anti violenza) ha accolto 105 donne, 15 in più rispetto all’anno precedente. Elevati anche i colloqui di accoglienza: 502, oltre i due terzi del lavoro complessivo. Ogni caso è declinato in base all’esigenza della singola donna. I supporti legali sono stati 28, 10 di tipo psicologico e cinque i percorsi per minori vittime di violenza. Nella maggior parte dei casi è la donna a compiere il primo passo attraverso il sostegno di altre persone, per lo più professionisti quali psicologi e avvocati.
Le richieste d’aiuto
Le motivazioni che spingono la donna a chiedere aiuto sono molteplici. Il primo è il bisogno di sfogarsi e di essere ascoltate (86 casi), per avere un sostegno psicologico (22 casi), informazioni legali (15 casi) e ospitalità (4 casi). Il profilo medio della donna maltrattata che si rivolge al Cav è di una donna con figli, italiana, tra i 38 e i 47 anni. La maggior parte ha frequentato la scuola superiore. La maggior parte non ha problemi psico -fisici. Oltre la metà delle donne che hanno chiesto aiuto all’associazione hanno un lavoro, anche se spesso precario, a tempo determinato, occasionale o addirittura in nero. Meno di un terzo delle donne con contratti a tempo indeterminato si è rivolta al centro. Generalmente, comunque, il reddito è medio-basso.
La tipologia di maltrattamento
Spesso le donne subiscono maltrattamenti plurimi. Il più diffuso è psicologico (si sono registrati ben 84 casi), seguito da quello fisico (62 casi), economico (48), stalking (29) e violenza sessuale (24). La violenza ricade inevitabilmente anche sui figli. I minori coinvolti sono stati 104, di cui 20 l’hanno subita direttamente. Il maltrattamento, nella maggior parte dei casi, avviene da oltre un anno. Su 44 casi è stata registrata una sola denuncia, spesso per paura o senso di colpa. Le denunce ritirate sono state 10. Di solito il maltrattamento arriva dal partner, italiano nella maggior parte dei casi: il marito (38 casi), il convivente (11) o l’ex convivente (20).
Condizione economica
Generalmente gli uomini dispongono di una maggiore stabilità economica, anche se il livello d’istruzione risulta essere inferiore rispetto alla vittima. È la condizione economica che spesso incide sulla possibilità e volontà della donna di chiedere sostegno, in particolare se ci sono figli piccoli. Il maltrattante, a differenza della persona maltrattata, presenta sovente problemi di alcolismo, dipendenza da sostanze, dal gioco d’azzardo, oppure disturbi psichiatrici o precedenti penali.
La rete a sostegno del Cav
L’associazione Donne contro la violenza può contare su una rete di aiuti, in particolare nei casi più complessi. Grande importanza riveste l’opera delle forze dell’ordine, chiamate nel corso del 2019 in 66 casi, l’ospedale (23 episodi), il tribunale dei minori (18 eventi). Partecipano attivamente anche consultori, servizi di ospitalità e servizi di recupero dipendenze. Negli anni, la collaborazione con enti ed associazioni si è trasformata in un lavoro di equipe che si occupa di ogni singolo caso. La strada è ancora irta d’ostacoli: nessuno deve sentirsi escluso, la violenza va combattuta, non giustificata.