25-02-2020 ore 13:36 | Rubriche - Costume e società
di Claudia Cerioli

Scuole chiuse, strade vuote. Gennuso: 'Come spiegare ai bambini cosa sta accadendo'

L’allarme Coronavirus ha coinvolto tutti, bambini compresi. Scuole chiuse, allenamenti sospesi, niente catechismo e campi scuola. Annullate le feste in maschera e in questi giorni sembra regnare la noia, specialmente tra i più piccoli. Nonostante si indossino i tanto desiderati costumi di Spider Man o di Frozen, non è la stessa cosa non poter lanciare coriandoli e stelle filanti in compagnia. Che cosa dire allora ai bambini? Come spiegare loro la situazione senza spaventarli? A queste domande ci viene in aiuto l’assessore al welfare del comune di Crema Michele Gennuso, prendendo spunto da una riflessione di Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva.

 

Dire la verità, come se fosse una storia

Innanzitutto di non tenere nascosta ai bambini la verità, ma di spiegarla come si raccontasse una storia, con calma, senza creare allarmismo. “Si tratta di un virus, piccolissimo, invisibile a occhio nudo, ma che può far male quanto un animale feroce, ma ci sono delle persone adulte, preparate e competenti, che si adoperano giorno e notte per contrastare questo nemico. È normale avere paura di qualcosa che non si conosce, ma l’uomo ha sconfitto malattie tanto terribili quanto la peste o i vaiolo e vincerà anche questa battaglia”.

 

Non è una minaccia per i bambini”

Secondo Gennuso, che “il virus ha infettato diverse persone nel mondo, tra cui alcune vicine a noi, ma che sono già state individuate e i loro paesi messi in isolamento. È come un animale in trappola. Questa malattia è pericolosa, ma si può guarire e non ci sono vittime tra i bambini. Quindi, per loro non rappresenta una reale minaccia”.

 

Le buone pratiche da seguire

“Il virus è un pericolo come ce ne sono tanti nella vita e, per questo è necessario imparare alcune norme di prevenzione semplici, come starnutire nel gomito, usare fazzoletti usa e getta e lavarsi sempre e bene le mani. È lo stesso principio di quando i genitori insegnano a guardare attentamente prima di attraversare la strada o di navigare in internet sicuri”.

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