Il falco vespertinus è un piccolo rapace migratore regolare. Sverna in Africa sub Sahariana e si riproduce in Europa orientale e meridionale, Italia compresa, anche se in una zona molto circoscritta. Transita abbastanza numeroso sul nostro territorio nel periodo pre-riproduttivo si distribuisce principalmente nelle zone temperate dell’Europa fra l’Ungheria e la Russia. Molto difficile poterlo osservare nel cremasco, ma non impossibile. Il suo nikname è falco cuculo per il fatto che come il cuculo canorus sfrutta, per la riproduzione, i comodi nidi abbandonati dai corvidi. In Italia la prima nidificazione fu osservata in provincia di Parma nel lontano 1995. Negli anni successivi alcune coppie riproduttive sono state localizzate a cavallo dell’asta del fiume Po, sempre nel parmense. Il suo stato di conservazione in Europa non è per nulla favorevole mostrando una tendenza negativa vicina al 50 per cento.
L’habitat del falco cuculo
Ad oggi la più importante colonia nidificante di falchi cuculo si trova nella bassa parmense al confine con la provincia di Cremona, dove l’agricoltura non è ancora così fortemente intensiva come a nord del grande fiume. Ed ove, grazie al lavoro di volontari della Lipu, i piccoli rapaci sono monitorati costantemente fin dalla loro nascita e inanellati per garantire loro la crescita fino al periodo della prima migrazione di ritorno verso l’Africa. Questo piccolo falchetto, le cui dimensioni sono di circa 30 centimetri di altezza con un’apertura alare di 70 centimetri, sono paragonabili al più comune gheppio. Ama la campagna coltivata ma non troppo, quella che presenta ancora diversi filari di alberi e cascine sparse con stalle dall’edificazione novecentesca, coltivi a cereali, foraggi, orti, pollai, frutteti ed una buona presenza di acqua determinata dai fossi irrigui e da qualche fontanile. Un territorio dove può trovare con facilità cibo per sé e la sua prole. Grossi insetti, piccoli roditori e qualche anfibio. Sono la dieta preferita dal falco cuculo che cattura lanciandosi in picchiata dai posatoi spesso rappresentati da pali o cavi dell’elettrificazione urbana posti a lato di campi coltivati.
Il cremasco: luogo futuro di nidificazione
Il dimorfismo sessuale è molto spiccato. Femmina e maschio sono molto differenti, specie nel piumaggio con il maschio adulto di un intenso color grigio ardesia mentre nella femmina prevale il color bruno rossiccio con ali superiori e dorso barrate di grigio. La vicinanza a questi siti di nidificazione, le caratteristiche morfologiche con la presenza di fontanili e le produzioni agricole del territorio parmense/cremonese sono pressoché affini al territorio cremasco. Questo fa ben sperare affinché la nostra campagna si candidi a diventare in un prossimo futuro, luogo di nidificazione o sosta temporanea di questo interessane rapace. Ma, ad intralciare questo processo di espansione arriva una nuova minaccia che incombe sulla loro esistenza. Lo scorso 17 maggio, il portale online Parma Today riportava la preoccupazione generalizzata che proprio nel comune parmense di Tricase, l’unica area di nidificazione italiana del falco cuculo rischia di essere compromessa dalla costruzione dell’autostrada Tirreno Brennero che sarà realizzata a poche decine di metri da quel singolare luogo di nidificazione dove la vita dei piccoli falchi fino ad ora è tutelata. Rischieremmo così di perdere per sempre la possibilità di vederli volare liberi e sereni sopra i nostri cieli. Lo slogan da lanciare alla nostra comunità cremasca agricola e ai parchi regionali Serio e Adda potrebbe essere: “il cremasco adotti il falco Vespertinus”.