23-11-2020 ore 20:28 | Rubriche - Medicina e salute
di Andrea Galvani

Crema. Dentro la riorganizzazione del Pronto soccorso: 'perché non c'è solo il Covid19'

L’ospedale Maggiore ha saputo rimodulare l’organizzazione velocemente, aggiornando passo dopo passo le procedure attraverso l’esperienza acquisita sul campo. Decisivo l’aspetto umano, in particolare la competenza e la passione di tutto il personale, costretto in situazioni altamente stressanti a modificare radicalmente il proprio modo di lavorare. Il pronto soccorso, la porta d’ingresso del territorio ha un bacino d’utenza che supera le 150 mila persone: ad oggi è in grado di far fronte alle esigenze dei pazienti Covid e contemporaneamente a tutte le altre urgenze. Sono stati studiati percorsi separati, che consentono di operare al personale sanitario e di offrire assistenza in sicurezza.

 

L’arrivo dei pazienti

Come spiegano il primario, Giovanni Viganò all’arrivo in pronto soccorso i pazienti vengono ‘intervistati’ dagli operatori sanitari: ‘quali sono i suoi sintomi? È stato a contatto con persone positive al Covid19?’ Nel frattempo si sottopongono ad un tampone rapido. Se è positivo il paziente viene isolato in un’area apposita, a seconda dell’intensità di cura di cui ha bisogno: ad alta intensità (con sistema di monitoraggio e ventilatori), oppure a bassa intensità, per chi ha necessità di “un basso fabbisogno di ossigeno”. In entrambi i casi è presente un infermiere che lo assiste per tutto il tempo. Parallelamente è stata realizzata un’area ‘pulita’, Covid free, per chi non ha avuto contatti, non ha sintomi e ha un tampone rapido negativo.

 

La responsabilità

“Durante la prima ondata – ricorda la coordinatrice Claudia Mantoan – nel giro di pochi giorni abbiamo avuto solo pazienti Covid bisognosi di alta intensità di cura. Nessuno di noi era preparato ad affrontare un evento così impegnativo anche dal punto di vista relazionale e comunicativo. Separare i pazienti dai loro parenti è stato un trauma. Adesso ci sono delle reazioni diverse, le persone sono più preparate”, anche se c’è sempre una certa resistenza a lasciare i propri cari da soli. Perché si possano superare le restrizioni e si possa contenere la pandemia, è di fondamentale importanza il rispetto delle misure sanitarie (in allegato il decalogo dell’Istituto superiore di sanità).

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