Gli aironi sono al pari delle cicogne, la specie ornitologica più grande presente sul nostro territorio. Non é da molto che il nostro ambiente ospita un così grande numero di ardeidi con una buona diversità di specie. Fino a qualche decennio fa, gli unici rappresentanti erano le nitticore, gli aironi cenerini, gli aironi rossi e le garzette. È solo attorno all’anno 2000 o poco meno che in alcune regioni italiane si sono osservate, provenienti da altri settori europei e italiani, nuove specie di ardeidi occupare aree interne coltivate, arenili fluviali e zone palustri.
L’airone bianco maggiore
Queste specie le ritroviamo anche nelle nostre campagne e lungo il corso dei nostri fiumi. Stiamo parlando in particolare dell’airone bianco maggiore (Ardea alba), che sta progressivamente aumentando il proprio areale di distribuzione nel cremasco, con presenze di alcune decine di individui in pochi chilometri quadrati. Specie ornitica dalle grandi dimensioni, un metro di altezza per circa 1.70 metri di apertura alare. Bianco candido con becco robustissimo e pronunciato color giallo arancio. A volte viene scambiato erroneamente con l’airone guardabuoi o la garzetta, anch’essi bianchi ma decisamente più piccoli. Dal volo leggero ed elegante, ma potente, copre anche lunghe distanze in breve tempo in cerca di cibo. La dieta preferita, come tutti gli ardeidi, sono i pesci, gli anfibi, i crostacei e piccoli mammiferi.
La presenza nel cremasco
Osservabile quasi tutto l’anno e proveniente dalle poche aree di nidificazione italiane. Lo possiamo scorgere, spesso solitario, al centro di campi appena arati, nei pressi di cave e fiumi. È l’unica specie di airone non nidificante nel cremasco. Come per tutti gli ardeidi usa una tecnica di caccia comune a questa specie. L’attesa anche di ore in posizione eretta ed immobile per poi colpire col possente becco la preda che si nasconde dentro l’acqua o sotto un leggero strato di terra. La presenza nel cremasco di specie come l’airone bianco maggiore, gli aironi guardabuoi, gli ibis sacri, si possono definire specie alloctone le cui cause di progressivo aumento numerico e di concentrazione, sono da ricercare, nella riduzione degli ambienti naturali di origine o introdotti accidentalmente nell’ambiente dall’uomo come è stato per gli ibis sacri.
Le specie alloctone
Da alcuni anni riscontriamo anche molte specie alloctone, ma invasive, che interessano il nostro territorio come il parrocchetto dal collare, lo scoiattolo grigio, la nutria, il pesce siluro, la cimice asiatica, la testuggine palustre dalle orecchie rosse e il gambero rosso della Louisiana detto anche gambero killer, ma almeno per questa ultima specie contiamo su predatori naturali ed utili, come gli aironi. Per una specie in crescita dobbiamo purtroppo anche registrare una specie che drammaticamente sta diminuendo come quella dell’airone rosso i cui luoghi di nidificazione nel cremasco sono oramai quasi completamente scomparsi e la sua presenza è limitata a poche unità dentro piccole aree naturali dell’Adda o nelle residuali lanche del fiume Serio.