23-02-2020 ore 16:55 | Rubriche - Costume e società
di Andrea Galvani

Il cremasco Filippo Ruffoni ha raggiunto la vetta del monte Kilimanjaro a 5.865 metri

Nell'epoca della superficialità e dell'apparenza, della finzione e del millantato credito, organizzare e vivere un'avventura di questo spessore umano e tecnico assume una rilevanza assoluta. Il cremasco Filippo Ruffoni, imprenditore di Montodine, ha conquistato la vetta del Kilimanjaro, in Tanzania, scalando i 5.865 metri della leggendaria montagna africana. Il trentatreenne cremasco, sempre in solitaria e sempre in Africa, aveva già raggiunto il vertice del monte Kenya. Stavolta, l'impresa è ancora più grande e nella prima mattina di mercoledì 19 febbraio ha raggiunto la cima di una delle montagne più alte del mondo, le celebri Seven Summits. Ci è riuscito al culmine di un’attenta preparazione fisica e un duro allenamento, che lo ha visto protagonista nella scorsa estate in Georgia, ancora come unico italiano in vetta sul monte Kazbeck, nel Caucaso, a 5047 metri sul livello del mare.

 

Machame Route

La via designata all’impresa è stata la Machame Route, con "lo spettacolare attraversamento della foresta che porta ai diversi campi base dedicati all’acclimatamento". Sul taccuino nomi (e quote) che spalancano la fantasia: "Shira Camp 3810 metri, Lava Tower 4600 metri" e poi ancora più su verso "Barranco Camp 3950 metri". Arrivato al Karanga Camp a quota 3930 il maltempo lo ha costretto ad uno stop forzoso. "Troppo rischioso raggiungere il punto di attacco alla vetta, Il Barafu Camp a 4600 metri". Consumata l'attesa, è partito alle undici di sera di martedì 18 febbraio (le ore 21 in Italia), "con un vento tagliente e le tende del campo base distrutte". Eppure non si è fatto scoraggiare e ha proseguito l’impresa.

 

Le 7:50 del mattino

Arrivato a Stella Point, 5756 metri sul livello del mare, a poco più di 100 metri di quota dall’obiettivo, ha dovuto affrontare una delle fasi più complicate della salita, soprattutto perché i 700 metri di sviluppo conclusivi si trasformano in un percorso ad ostacoli. Senza demordere, allo scoccare delle 7:50 del mattino ha messo i piedi in vetta, coronando un sogno. Ora è il tempo dei ringraziamenti (ai sostenitori per i messaggi di incoraggiamento) e al gruppo escursionistico Lupi delle Vette, di cui è responsabile e che lo spinge "a conoscere le immense montagne del nostro fragile mondo". Filippo Ruffoni non si ferma qui, altre grandi vette lo aspettano nella stagione estiva.

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