Nuove norme sulla prescrizione in vigore da gennaio 2020, avvocati penalisti in sciopero

Gli avvocati penalisti delle province di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova (dal 21 al 25 ottobre) aderiscono all’astensione indetta dall’Unione delle camere penali italiane contro l’entrata in vigore delle nuove norme sulla prescrizione. Secondo i penalisti “norme che significano fine processo mai per gli indagati e gli imputati, assoluzione mai per gli innocenti sottoposti a giudizio, risarcimento mai per le parti civili, che dal reato hanno derivato un danno”.

 

Cos'è la prescrizione

“La prescrizione è una regola di civiltà, che fissa un tempo massimo per arrivare a condannare od assolvere un imputato partendo dal principio, di puro buon senso, per cui non si può lasciare una persona in balia del processo per un tempo teoricamente infinito”. Come funziona la prescrizione? “La prescrizione prevede l'estinzione del reato decorso un certo lasso di tempo dalla sua consumazione. Il tempo necessario a far prescrivere un reato è variabile sia in funzione della pena massima prevista dalla legge, sia in funzione della qualifica del reo quale recidivo o delinquente abituale ( più il reato è grave, più lungo è il termine di prescrizione). Se il tempo limite viene eliminato, chi è sottoposto a giudizio, anche per un reato bagatellare, rimarrà sottoposto a giudizio per un tempo infinito con la conseguenza, ad esempio, di non poter accedere a concorsi pubblici a causa del carico pendente”.

 

Perchè si prescrivono i reati?

Perché i processi che dovrebbero accertarli durano troppo a lungo e lasciano le persone, vittime e imputati, in un’incertezza inaccettabile, per un tempo infinito e in una sorta di limbo kafkiano intollerabile. La prescrizione è un cavillo dei furbi? Si dice sia l’arma degli avvocati interessati a “tirare il processo per le lunghe” per far estinguere il reato e sottrarre alla pena il proprio cliente: non è vero anche perché i rinvii per impedimenti o astensioni prevedono la sospensione della prescrizione e, quindi, non incidono sul decorso del tempo utile alla prescrizione. Stabilire che dopo la sentenza di primo grado i reati non si prescriveranno più, ridurrà i tempi necessari per avere giustizia? No, è vero l’esatto contrario: l’assenza dello “spauracchio” della prescrizione, rallenterà ulteriormente il lavoro degli uffici giudiziari e fornirà alla politica alibi per non munire l’apparato giudiziario di fondi, strumenti e personale capace di renderlo più efficiente e, conseguentemente, di avere più rapidi processi”.

 

Ristoro dei danni

“La sospensione della prescrizione favorisce e avvantaggia le vittime del reato? No, le condanne alle restituzioni e al risarcimento del danno diventano eseguibili solo dopo il giudizio di appello: dilatare senza limite i tempi dei diversi gradi, pertanto, allontanerà anche il momento in cui le vittime potranno vedere ristorati i danni economici subiti. Peraltro, già oggi la prescrizione maturata nel corso del giudizio di secondo grado non estingue le condanne risarcitorie emesse in primo grado. Concludendo, dal 1 gennaio 2020 in Italia sarà processo “finché morte non vi separi ”.

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