21-02-2021 ore 09:30 | Rubriche - Costume e società
di Sara Valle

Giornata dell'alfabeto Braille, 'via maestra per l'inclusione delle persone cieche'

Si celebra oggi, domenica 21 febbraio, la quattordicesima Giornata nazionale del Braille. L’obiettivo è far conoscere l’importante ruolo che il codice di scrittura e lettura Braille assume nella vita delle persone cieche. L’Unione italiana ciechi ed ipovedenti ed il Club italiano del Braille hanno festeggiato in anticipo la ricorrenza. Si è svolto venerdì 19 febbraio un convegno online dal titolo Braille: via maestra per l'inclusione e l'accesso alla cultura. Hanno partecipato lo scrittore Maurizio De Giovanni e la presidente della sezione cremonese Flavia Tozzi.

 

Storia e nuove tecnologie

Ideato da Louis Braille nel 1829, l’alfabeto si compone di 64 diverse combinazioni di puntini in rilievo. Osteggiato all’inizio da chi preferiva il metodo Hauy, che consisteva nel riprodurre le lettere in stampatello applicando su libroni enormi liste di carta, fu poi riconosciuto più pratico e meno ingombrante. In poco tempo, il codice a punti cominciò a diffondersi in tutto il mondo e permise ai ciechi assoluti di studiare e apprendere una professione. Con l’avvento delle nuove tecnologie, sintesi vocali ed audiolibri, l’alfabeto Braille pare essere caduto un po’ in disuso. “Oggi – spiega la presidente dell’Unione italiana ciechi ed ipovedenti Flavia Tozzi, vi è la tendenza ad insegnare sempre meno il Braille nelle scuole, forse per pigrizia degli insegnanti nell’apprenderlo, o più probabilmente perché è meno faticoso ricorrere all’utilizzo di una sintesi vocale. Il guaio è che, se non lo si impara durante l’infanzia quando i polpastrelli sono molto più sensibili al tatto, poi sarà sempre più difficile raggiungere una buona fluidità nella lettura”. È sempre più concreto il rischio che “molti bambini ciechi possano restare quasi analfabeti, ignari dell’esatta ortografia delle parole e di come sia composta la pagina di un libro”.

 

Modi per fare cultura

Anche per questo in Italia è stato fondato un Club del Braille, presieduto da Nicola Stilla ed impegnato nel promuovere la diffusione di questo codice di scrittura. Presso l’Istituto dei ciechi di Milano, sulla falsa riga del museo con sede a Coupvray in Francia, si possono vedere strumenti, macchine speciali, libri stampati per persone cieche e materiali tiflodidattici. Sono modi diversi per fare cultura. Dal canto suo, la sezione locale dell’Uici doterà presto il  parco cremonese dedicato a Louis Braille, situato all’angolo di via Giuseppina con via Commendatori di Malta, di una targa accessibile “per ricordare un importante inventore”. In questi giorni verrà distribuito un opuscolo informativo. 

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