20-01-2022 ore 09:28 | Rubriche - Cremona
di Gloria Giavaldi

Il report del 2020 sulla qualità della vita in provincia di Cremona: tra Neet e pensioni

In provincia di Cremona si vive meno. Complice sicuramente la larga diffusione della pandemia, la nostra provincia nel 2020 registra una riduzione della speranza di vita pari a 3,2 anni rispetto al 2019 (-4,2 anni per gli uomini e -2,3 per le donne), raggiungendo un'età di 79,6 anni per gli uomini e 82,5 per le donne. Nel primo anno della pandemia torna a salire la percentuale dei Neet (i giovani che non studiano, ne lavorano): nel Cremonese sono il 22,6 per cento, valore di poco inferiore al dato nazionale, ma superiore di 5,2 punti percentuali a quello regionale (17,4 per cento). I cremonesi perdono fiducia nella ricerca del lavoro. Il tasso di mancata partecipazione alla ricerca di lavoro sfiora in provincia l'11.4 per cento e tocca il 40 per cento nella fascia 15-24 anni. Il tasso di disoccupazione sfiora il 5,7 per cento e raggiunge il 17,3 per cento nella fascia giovanile.

 

Elaborare strategie

Questi alcuni dei dati estrapolati dal rapporto Il benessere equo e sostenibile nella provincia di Cremona – edizione 2021, pubblicato dall'ufficio statistica della Provincia e realizzato in stretta sinergia con Cuspi, Upi e Istat. L'indagine è volta a misurare il benessere a livello provinciale, attraverso il calcolo di 75 indicatori territoriali di sviluppo sostenibile suddivisi in 11 dimensioni (salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi). Come spiega il presidente della Provincia Mirko Signoroni: “il rapporto è utile soprattutto per delineare una strategia di sviluppo a medio e lungo termine ed affrontare, numeri alla mano, aspetti critici che ineriscono la vita delle nostre comunità”. Secondo Signoroni il report serve per “fare i conti con le nuove dimensioni dei bisogni emersi nel primo anno del periodo pandemico”.

 

Benessere economico e sociale

Sul versante economico, i cremonesi sono ben messi rispetto alla media nazionale. Il reddito delle famiglie pro capite in provincia di Cremona è pari a 19.784 euro e supera di 1.259 euro il valore medio nazionale (18.525 euro), ma non quello regionale (22.444 euro). La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti, pari a 23.183 euro supera di 1.218 euro il valore medio nazionale (21.965 euro), ma è inferiore di 3.905 euro a quello medio regionale (27.088 euro). Anche l’importo medio annuo delle pensioni, che nel 2020 è di 13.504 euro, supera l'importo medio nazionale (11.962 euro), ma è inferiore a quello medio regionale (14.428 euro). È invece migliore, sia dei dati regionali che nazionali, la situazione delle pensioni di importo basso (inferiori ai 500 euro mensili) che a Cremona nel 2020 sono il 18,1 per cento, una percentuale inferiore di quella rilevata in media sia sul territorio nazionale (23,1 per cento ) che regionale (19,4 per cento).

 

Sicurezza

In tema di sicurezza i dati sono incoraggianti. Gli indicatori rilevano un livello di criminalità molto basso rispetto a quello rilevato a livello nazionale, ma soprattutto regionale. Fanno eccezione le truffe e le frodi informatiche che nell'ultimo anno sono state 403,7 ogni 100 mila abitanti, più di quanto rilevato in media sia a livello nazionale (351,7) che regionale (384,5). Per quanto riguarda la sicurezza stradale, le strade del territorio provinciale sono risultate complessivamente più pericolose di quelle italiane e lombarde: su 100 incidenti stradali si sono avuti 142,7 feriti in provincia di Cremona, contro i 140,2 a livello nazionale e i 136,4 a livello regionale.