19-05-2025 ore 16:55 | Rubriche - Medicina e salute
di Elena De Maestri

Asst Crema. Il progetto ‘autismo’ presentato al ministro Locatelli: ''innovativo, da replicare''

Accolta dalla direzione strategica guidata dal direttore generale di Asst Crema Alessandro Cominelli, il ministro per le disabilità Alessandra Locatelli ha potuto conoscere il progetto Autismo: dall’analisi territoriale al progetto di vita. “Un progetto innovativo e generativo per le famiglie e per l’intero territorio, che merita di proseguire e di essere replicato a livello regionale e nazionale”. Questo il bilancio del ministro Locatelli relativamente al progetto “autismo, dall’analisi territoriale al progetto di vita”, realizzato da Asst Crema in collaborazione con Ats Val Padana, comune di Crema e Comunità Sociale Cremasca. L’iniziativa le è stata presentata lunedì 19 maggio presso la sede di Largo Dossena, in occasione della tappa d’apertura della visita sul territorio cremasco che la vedrà impegnata fino al tardo pomeriggio.

 

‘Rete tra i servizi’

Ad accoglierla, oltre al direttore generale Alessandro Cominelli, anche il direttore sociosanitario Carolina Maffezzoni, quello sanitario Alessandro Malingher, quello amministrativo Giuseppe Ferrari, tutti i direttori di dipartimento, la responsabile della neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza Alessandra Foppa Pedretti e la psicologa psicoterapeuta Mara Patrini. Presenti anche la parlamentare Silvana Comaroli ed il consigliere regionale Riccardo Vitari. Cominelli ha introdotto l’incontro: “Abbiamo scelto di presentarle un progetto che intende promuovere un modello di rete tra servizi sanitari, sociosanitari e sociali, generando un concreto supporto alle persone autistiche nella quotidianità e nella realizzazione del progetto di vita”.

 

Finanziata da fondi regionali

“Si tratta di una progettualità interamente finanziata da fondi regionali che dà attuazione reale all’integrazione sociosanitaria, rendendo il contesto inclusivo, ossia in grado di rispondere ai differenti bisogni di ciascuno. L’inclusione parte dal rispetto delle differenze e si concretizza nella capacità di rendere i contesti in grado di ascoltare e valorizzare l’unicità di ciascuno di noi”. Nato per rispondere ad un’esigenza manifestata da alcune famiglie del territorio cremasco ha inteso superare la frammentarietà degli interventi a sostegno delle persone autistiche e delle loro famiglie e delle risorse pubbliche sanitarie, sociosanitarie e sociali. “Così facendo – ha chiarito il direttore sociosanitario Carolina Maffezzoni, promotrice del progetto - ha permesso di sviluppare un modello integrato di presa in carico funzionale alla piena realizzazione del progetto di vita di ogni persona. Ha anche consentito la strutturazione di una piattaforma finalizzata all’interoperabilità di tutti gli attori che a vario titolo si occupano della presa in carico delle persone”.

 

Coinvolte 31 persone

La sperimentazione di durata triennale e che si concluderà il prossimo settembre ha coinvolto venti minori e undici giovani adulti. Come hanno chiarito il direttore del dipartimento di salute mentale Virginio Salvi e la psicologa psicoterapeuta Mara Patrini: “garantire una piena integrazione degli interventi a sostegno delle persone autistiche e delle loro famiglie è stato il vero punto di forza di questo progetto, con l’intento di prendersi cura di tutte le dimensioni di vita di una persona”. Dai bisogni sanitari, alla scuola, al lavoro, fino al tempo libero. “Sono stati coinvolti attivamente tutti gli attori, affinché le persone si sentissero completamente accolte nei loro bisogni di diversa natura e potessero essere valorizzate tenendo conto delle loro caratteristiche”.

 

L’esperienza di Matteo

Soddisfatti ed emozionati anche Emanuela Gorlani e Carlo Curci: “siamo i genitori di Matteo, sette anni. Abbiamo ricevuto la diagnosi due anni fa. Quando abbiamo sentito per la prima volta parlare di disturbi dello spettro autistico ci siamo spaventati. Non sapevamo cosa aspettarci. I professionisti della rete ci hanno accolto, guidato e sostenuto, facendoci capire che l’autismo è un modo di essere che merita di essere compreso e valorizzato. Oggi sappiamo che nostro figlio, adeguatamente sostenuto, potrà realizzarsi, ora nella scuola, domani nel lavoro. Il primo momento che ricordo di questo progetto è il parent training, incontri di ascolto e confronto rivolti ai genitori. In questi tre anni non ci siamo mai sentiti soli e anzi abbiamo appreso strategie per stare accanto al meglio al nostro bambino”.

 

Globalità dei bisogni

Il ministro Locatelli ha dichiarato: “il progetto fa comprendere che in questo ospedale non si entra come malati, ma come persone. Ho respirato il desiderio di guardare alla globalità dei bisogni e di valorizzare le risorse di ciascuno di noi. Questi sono anche alcuni degli elementi propri della riforma che stiamo portando avanti a livello nazionale e che incidono notevolmente sul miglioramento della qualità della vita e del benessere di ciascuno di noi”.