Nell’ultima conviviale dell’anno, il Rotary Club Crema ha effettuato il passaggio di consegne: Antonio Grassi ha lasciato la presidenza del sodalizio a Marcello Palmieri. A chiudere il ciclo di incontri “un tema tanto tecnico quanto attuale: la qualità dell’acqua e le nuove sfide ambientali legate alla presenza di sostanze inquinanti emergenti, come i Pfas”. Due gli ospiti d’eccezione: Stefano Ottolini, direttore generale di Padania Acque e Paolo Vicentini, responsabile qualità, sostenibilità, sicurezza e ambiente dell’azienda, gestore unico per il territorio provinciale, con oltre 4.300 chilometri di rete.
Le sfide attuali
“Il contesto odierno impone ai gestori idrici di affrontare normative sempre più stringenti, cambiamenti climatici che incidono sulla disponibilità delle risorse e la necessità di investimenti crescenti. In questo scenario, Padania Acque si è guadagnata un posto tra i migliori operatori italiani secondo Arera, l’Autorità nazionale di regolazione. L’attenzione alla sostenibilità è testimoniata da risultati concreti, tra cui l’autoproduzione energetica, la promozione del consumo di acqua pubblica. Obiettivo ricercato attraverso le Case dell’acqua (oltre 10 milioni di bottiglie di plastica risparmiate solo nel 2024) e col completamento della distrettualizzazione della rete con una riduzione delle perdite stimata al 12,5%. Tradotto significa oltre un milione di metri cubi risparmiati ogni anno”.
Sostanze perfluoroalchiliche
I Pfas sono sostanze chimiche persistenti, potenzialmente pericolose per la salute. Nel 2017 sono emersi i primi allarmi in Veneto, l’Europa ha fissato limiti precisi con la direttiva 2020/2184, che entrerà pienamente in vigore nel 2026. L’Italia ha recepito la normativa con il D.Lgs. 18/2023, già in fase di revisione. Padania Acque ha deciso di anticipare: “le analisi per i Pfas vengono effettuate da tempo, con strumentazione all’avanguardia, tra cui la spettrometria di massa ad alta risoluzione e un laboratorio interno accreditato fin dal 1999. Oggi, l’azienda coordina la rete dei laboratori idrici della Lombardia (170 tecnici distribuiti in 22 strutture) e rappresenta un riferimento tecnico a livello nazionale”.
Qualità e tempestività
Le analisi condotte non si limitano alle sostanze già normate (analisi target), ma esplorano anche gli inquinanti emergenti ancora sconosciuti (analisi untarget), in un’ottica di prevenzione basata sul principio di precauzione e valutazione preventiva dei rischi. La sicurezza idrica non è più solo questione di quantità o di continuità del servizio, ma sempre più di qualità e tempestività nel rilevare i rischi. Un cambio di paradigma che pone al centro il monitoraggio continuo, la capacità di leggere in anticipo i segnali di contaminazione e l’integrazione tra ricerca scientifica e responsabilità pubblica”.