18-06-2025 ore 20:06 | Rubriche - Folcioni, la musica cresce
di Annamaria Carioni

Folcioni. Tra pianoforte, teoria musicale e canto gregoriano: l’arte educativa di Marco Marasco 

Presso il Civico Istituto Musicale Luigi Folcioni Marco Marasco è docente di pianoforte e di numerosi altri corsi: approccio e avviamento alla musica, teoria e solfeggio, canto corale, giocomusica, teoria della letteratura musicale e sviluppo della percezione musicale. A lui fanno capo anche il coro P. Marinelli e la Schola Gregoriana Cremensis. Diplomato in pianoforte, organo e composizione organistica presso l'Istituto Musicale G. Donizetti di Bergamo, l'insegnante ha all'attivo diversi corsi di perfezionamento, importanti collaborazioni e riconoscimenti, che testimoniano la sua attività sia di insegnante che di artista.

 

Un docente cremasco
“Sono nato a Crema, però il paese, in cui sono cresciuto è Torlino Vimercati, ci tengo a dirlo. Qui ho frequentato la scuola primaria, poi in seconda media ho iniziato a studiare al Folcioni. In quegli anni arrivare in autobus a Crema non era così facile, perché bisognava innanzitutto prendere la bicicletta e andare da Torlino a Pieranica, da lì prendere il pullman e arrivare qui in città”. Così inizia il racconto del docente, che non lesina particolari e aneddoti della sua storia personale: “La mia vita è sempre stata collegata a Crema per gli studi e poi anche per la parte artistica, perché i primi saggi e i primi concerti li ho fatti qui. Dal 2009 ad oggi, ho visto passare nella mia classe i ragazzi di tutte le altre classi dell'istituto, almeno della parte classica della musica”. 

 

Corsi individuali e collettivi
All'Istituto Folcioni è possibile accedere a corsi individuali così come a corsi collettivi: “Il pianoforte è una lezione individuale, esattamente come lo è anche quella di organo – spiega Marasco - I corsi collettivi sono quelli di teoria, che adesso chiamiamo corsi di teoria di lettura musicale, allineandoci un po' con le diciture in uso nei conservatori. Questo vale per i ragazzi dalle medie in sù. Chiedo al professore in che rapporto stanno divertimento, impegno e disciplina e lui risponde deciso: “Qui sta l'abilità dell'insegnante e il nocciolo della questione, nel riuscire a far capire al bambino che divertendosi sta imparando qualcosa. Lui non lo sa, però sta giocando e intanto impara e, nel momento in cui sta imparando qualcosa, si accorge che è bello farlo”.

 

Voci bianche e giocomusica
Marasco ricorda come il Covid abbia dato uno scossone alla quotidianità, creando una sorta di spartiacque tra il prima e il dopo: “La scuola di musica aveva un prestigioso coro di voci bianche, che aveva vinto numerosi premi sia in Italia che all'estero. Fino a prima della pandemia erano gli anni d'oro, i bambini frequentavano in modo massiccio questi corsi. Io me lo ricordo bene: erano 36 bambini, prevalentemente della scuola primaria. Nei primi anni 2000 c'è stato un cambiamento, anche sociale. E poi la pandemia ha azzerato tutto”. Il docente prosegue illustrando il corso di giocomusica, che si rivolge ai bambini dai 4 ai 10 anni:” Quest'anno le lezioni sono state centrate sulla voce, proprio con l'intento di formare un nuovo gruppo di voci bianche. Adesso abbiamo una dozzina di bambini, che cantano abbastanza bene e che quest'anno hanno affrontato anche qualche concerto all'esterno. Questo ci dà speranza per ripartire anche con il coro di voci bianche”.

 

Le competenze trasversali
Chiedo al docente quali siano le competenze trasversali, che si apprendono imparando a suonare uno strumento, imparando a leggere la musica o cantando con altri. L'esperto interlocutore si predispone a rispondere con competenza ed entusiasmo: “Qui si apre un libro intero: cantare insieme, suonare insieme porta l'allievo a sviluppare delle competenze che sono anche sociali, che sono di crescita. Non mi stupirei se qualcuno che suona bene in un'orchestra sapesse anche giocare bene una partita in una squadra, dove c'è bisogno davvero di collaborare. Per quanto riguarda invece la parte degli insegnanti, tutte queste competenze trasversali chiaramente passano attraverso la conoscenza della psicologia e della pedagogia, il ruolo di educatore".

 

Il coro Marinelli
Questa compagine musicale è un'istituzione in città. Il coro, diretto dal maestro Marasco, ha partecipato a numerose rassegne e ha vinto molti premi:“Attualmente siamo 26 cantori e  il coro è misto, quindi ci sono sia uomini che donne. L'età media è abbastanza bassa, perché abbiamo 4-5 ragazzi che sono tra i 20 e i 25-26 anni. Poi c'è qualcuno sulla trentina, altri intorno alla quarantina e infine 7-8 persone che hanno superato i 50 anni e che continuano a cantare nel coro e hanno già avuto una grande esperienza. Il repertorio è molto ampio, perché spazia dal sacro al profano. Di solito preferiamo cantare a cappella”. Il coro esegue anche un repertorio folkloristico di canzoni popolari, anche cremasche, che fanno parte della tradizione popolare del territorio e dell'intera penisola.

 

La Schola Gregoriana Cremensis
Marco Marasco è anche fondatore e direttore della Schola Gregoriana di Crema: “La Schola è nata qui per mia iniziativa: dal 2009 ho iniziato a tenere dei corsi di canto gregoriano, io stesso mi sono formato in modo specialistico su questo repertorio e l'anno scorso ho preso anche la master al conservatorio di Lugano. Questo mi ha permesso di tentare di aprire una scuola gregoriana all'interno del Folcioni. Se ci guardiamo intorno, in Regione Lombardia le più vicine sono a Cremona e a Bergamo. L'ho chiamata Cremensis, perché è buona usanza utilizzare un nome collegato alla città”. Il docente sottolinea che si tratta di un'esperienza molto profonda: è un coro monodico e il repertorio è sacro e molto antico; infatti, si eseguono canti che hanno 1500 anni di vita. “Bisogna entrare in un mondo che non è davvero più il nostro – afferma il direttore - e, al di là del fatto che uno creda o non creda, questa esperienza sviluppa la sensibilità e il fascino per il passato”.

 

Ad imperitura memoria

Il docente non può non ricordare una personalità, che ha inciso profondamente nel panorama culturale cremasco: “Devo molto a Carlo Rivolta, questo grande autore che tutti conosciamo: sono stato il direttore e il pianista della sua compagnia teatrale dal 2004 al 2008. In questi quattro anni ho girato l'Italia: con lui ho imparato a stare sul palcoscenico, perché nel centinaio di spettacoli che abbiamo fatto in quegli anni, mi sono abituato davvero a stare sul palco, a trovare la serenità, a controllare l'emozione di fronte a un pubblico anche molto numeroso nelle piazze più importanti, come all'auditorium della RAI di Napoli, luoghi dove sono passati tanti artisti e tante emozioni”.

 

Di misura e d'armonia

L'intervista volge al termine, ma il professore continua ad affascinare con il racconto interessante e dettagliato dei momenti salienti della storia del Folcioni e della città: “Il Civico Istituto Musicale è sempre stato un faro a Crema ed una scuola insigne. Nella Sala Costi della vecchia sede in Piazza Aldo Moro, c'è una scritta Di misura e d'armonia ha bisogno tutta la vita dell'uomo. Non credo sia necessario aggiungere altro”.