18-05-2021 ore 19:44 | Rubriche - Musica
di Andrea Galvani

Pianengo. Il concerto di Franco Battiato nel campetto di calcio: era il 29 agosto del 1981

“Battiato a Pianengo? Eh sì”. Il giovane sindaco di allora, Agostino Alloni, ricorda che “il grande Franco Battiato è venuto a Pianengo in concerto con il suo gruppo. 40 anni fa. Esattamente il 29 agosto del 1981. Il palco era montato dentro il campetto di calcio, quello di allenamento. Oltre mille le persone paganti. Cinquemila lire il biglietto d'ingresso. Il cachet per l'artista? Quattro milioni delle vecchie lire. Poco, pochissimo. Ma il contratto con il comune era stato sottoscritto sei mesi prima, grazie alla mitica bibliotecaria Rosalba Schiavini, prima che Battiato diventasse il cantautore piu gettonato di quel momento grazie al successo dell’Lp La voce del Padrone che uscì qualche giorno dopo il concerto a Pianengo. Bandiera Bianca, Cuccurucucù e Centro di gravità furono i pezzi più famosi ascoltati; restarono nelle classifiche dei dischi più ascoltati di quegli anni.

 

Estate ricca di iniziative

Da anni il nostro comune, che organizzava un’estate ricca di iniziative culturali, ambiva a rientrare nella rassegna provinciale e regionale del Recitarcantando. Quell’anno fummo chiamati da Dossena, Sangiovanni e Cauzzi e ci ‘supplicarono’ di aderire al loro circuito con il concerto di Franco Battiato. E cosi fu. L’iniziativa fu un successo. L'area era colma e si presentarono una marea di giornalisti, anche di testate nazionali. Tra questi c'era anche il Corriere della Sera. Fui intervistato e fotografato perché risultava molto strano trovare, allora, un sindaco vestito da lavoro (una salopette di jeans) intento a spostare transenne e montare un palco.

 

Un caffè e acqua gasata

Battiato arrivò un paio d’ore prima, non volle cenare ma solo che lo accompagnassi al bar per un caffè e una bottiglia di acqua gasata. Non parlò tanto ma si dimostrò molto sorpreso del piccolo comune nel quale, quella sera, avrebbe dovuto esibirsi. Oggi tocca a lui sventolare sul ponte ‘la bandiera bianca’. Noi, che lo abbiamo seguito e che abbiamo cercato di cantare le sue canzoni lo ricorderemo con affetto e la riconoscenza che va riservata ai grandi poeti. Almeno questo è il mio sentimento”. Quella sera era molto infastidito dalle zanzare. Tentò di mitigarne l'entusiasmo con una bomboletta. Il caffè della pace era geograficamente lontano, ma l’insegnamento di Gurdjieff trovava applicazione anche nell’afa della pianura padana. O come ebbe modo di scrivere in Gilgamesh: “il punto che colpisco con una nota all’interno risuona esattamente nello stesso punto all’esterno di chi ascolta”.

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