18-04-2020 ore 20:45 | Rubriche - Costume e società
di Claudia Cerioli

Marzia Corini, da Cayenne a Crema: un medico senza frontiere contro il Covid19

Un medico dal carattere forte e dal cuore grande. Nella sua vita ha sempre operato in zone del mondo al limite, critiche, senza vacillare, restando quindi fedele alla sua missione, intrapresa nel 2013 a tempo pieno, quella cioè di prestare servizio e dare sostegno al lavoro umanitario. Con Medici senza Frontiere si è spesso trovata a lavorare in scenari di guerra ( dove sono i progetti chirurgici ). Marzia Corini si è laureata a Pisa, dove ha lavorato per 18 anni presso la Rianimazione del Pronto soccorso dell'Azienda Universitaria Pisana diretta da Paolo Malacarne. Nel 2014 ha lasciato l’Italia per l’America Latina, Cayenne, nella Guiana Francese, dove presta servizio in un ospedale statale francese. Da lì si muove per le missioni umanitarie.

 

Un sistema sanitario in ginocchio”

“All’inizio dell’emergenza Covid mi trovavo in Italia per questioni personali e ho deciso di mandare la mia candidatura nella zona più colpita”. È così che il mese scorso è arrivata a Crema: “Devo ammettere che pur avendo vissuto varie situazioni di emergenza, specie nel mio lavoro umanitario, sono rimasta profondamente colpita da come questa epidemia avesse inginocchiato un sistema sanitario come il nostro e in particolar modo una regione che è la punta di diamante della nostra sanità. Inizialmente è stato un impatto emotivamente molto forte. Disorientante direi. Le guardie sono un susseguirsi continuo di momenti toccanti, in senso positivo e negativo”.

 

I colleghi cremaschi

All’ospedale Maggiore di Crema è stata creata una nuova terapia intensiva nella sala risvegli della sala operatoria. Sono stati arruolati infermieri che si sono rimessi in gioco, cambiando completamente lavoro dopo decenni. Stanno mostrando una capacità di apprendimento e di adattamento veramente fuori dal comune: “Sono onorata che il primario ed il personale mi abbiano chiesto di restare a Crema una volta finita l’emergenza, ma una volta risolte le questioni che mi trattengono in Italia, spero di poter rientrare alla mia vita nel mondo umanitario e a Cayenne. Di certo questo ospedale e tutto il personale con cui sto lavorando resteranno per sempre dentro di me, per la loro estrema professionalità, umanità e la loro capacità di non perdere il sorriso nei momenti più bui”. (Nota; L'immagine al centro non ri riferisce all'attività cremasca).

5301