18-01-2023 ore 20:34 | Rubriche - Costume e società
di Fausto Lazzari

Il faro di Pianengo chiude: insieme a Salvatore termina un’epoca d’oro anche per la cultura

Domenica 15 gennaio 2023 se n’è andato un altro pezzo di storia sociale del nostro territorio. Salvatore Coppola, titolare de Il faro di Pianengo, ha chiuso definitivamente la sua pizzeria dopo 45 anni di attività, costellata di successi non solo legati alla creazione di una buona pizza. Sì, perché Il faro è stato per oltre un ventennio, soprattutto negli anni Ottanta e Novanta, anche un importante riferimento culturale per il Cremasco, con il suo Cenacolo della commedia, associazione culturale legata al mondo del teatro. All’interno della pizzeria infatti, rubando spazio ai tavoli, è ancora collocato anche un piccolo palcoscenico a cui non manca niente per poter ospitare spettacoli di prosa e concerti. Pure un pianoforte verticale ha lì la sua stabile dimora.

 

L’epoca d’oro

Il Cenacolo ha ospitato tantissime compagnie teatrali provenienti sia dal territorio cremasco che da zone limitrofe del bresciano, del cremonese, del bergamasco e del milanese. C’è stato un periodo, che potremmo definire d'oro per la cultura, oggi invece così tanto penalizzata, in cui gli spettacoli si susseguivano con cadenza settimanale con una costante e significativa presenza di pubblico, per il quale era necessario prenotare per essere sicuri di trovare un posto a sedere e applaudire gli attori di turno. Si era arrivati anche, verso la metà degli anni Novanta, a costruire un circuito teatrale, realizzato nel progetto Piccoli Palchi, al quale aderirono insieme al Faro altri cinque o sei locali del territorio: lo spazio era ristretto ma aveva tutto il necessario, dalla fonica alle luci, dalle quinte al sipario. Era intimo e suggestivo.

 

Classico e sperimentale

Salvatore Coppola insieme alla moglie Lina Scopetta, entrambi originari di Nocera inferiore, hanno aperto a Pianengo Il faro nel 1977 stabilendosi nel paese dove la famiglia si è allargata con l’arrivo di tre figli: Anna, Cristian e Marco; quest’ultimo ha seguito in parte le orme del padre arrivando ad ottenere anche importanti riconoscimenti come pizzaiolo. Salvatore, dotato come non pochi di una grande sensibilità culturale, ha sempre ritenuto importante unire il gusto di un buon piatto o di una buona pizza al nutrimento più spirituale dello spettacolo, nelle sue forme comunicative più varie dalla tragedia classica alla comicità partenopea dall'opera sperimentale alla commedia brillante, senza dimenticare l'immenso universo musicale e canoro.

 

Il ringraziamento

Sabato scorso, 14 gennaio appariva su Facebook un post di Salvatore, in cui annunciava la definitiva chiusura del suo storico locale e fra le righe di quelle sue parole si leggeva tanta tristezza e la stazione finale di un lungo viaggio, come un sogno costellato di successi. Perciò, increduli, domenica sera siamo andati al Faro per un’ultima volta ma soprattutto per abbracciare Salvatore e ringraziarlo per tutto quello che ci ha regalato, dando vita al variegato mondo della cultura di periferia, linfa vitale di una società che si ritrova oggi con ben poco di sociale; una società che negli ultimi anni ha perso sempre più la voglia di condividere insieme emozioni e applausi, soffocata da un individualismo capace di cancellare con un colpo di spugna valori quali la solidarietà e la passione. Ma noi vogliamo almeno ricordare, sempre nell’ottica di non dimenticare. Dunque, grazie Salvatore per il tuo grande impegno profuso nel Cenacolo della commedia che ha offerto ai Cremaschi tanto entusiasmo per il teatro.

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