17-09-2023 ore 10:48 | Rubriche - Medicina e salute
di Claudia Cerioli

Ats, al via le domande per richiedere fondi regionali a chi assiste persone con fragilità

Il sostegno al domicilio delle persone in condizione di fragilità è una questione di grande rilievo ed attualità nel nostro paese, impegnato da tempo ad approntare, attraverso i propri sistemi di welfare, servizi diversificati atti a rispondere, in maniera qualificata e sostenibile, ai diversi bisogni di una popolazione sempre più anziana. A tal fine, nel tempo, sono stati implementati ed innovati servizi e misure attraverso cui assicurare risposte appropriate ai diversi bisogni, calibrate in funzione dei livelli di fragilità e/o di non autosufficienza della popolazione. Anche nei territori di Ats Val Padana, negli anni, si è pertanto strutturata un’offerta di servizi, residenziali, diurni e domiciliari sempre più ampia e qualificata che, ad oggi, attraverso la rete residenziale assicura protezione e cure prioritariamente alle persone che - per i livelli di maggiore fragilità e/o compromissione delle autonomie e/o perché prive dei necessari supporti familiari - non sono più in grado di essere assistite al proprio domicilio.

 

Sad e cure a domicilio

Laddove, invece, esistono condizioni che consentono la presa in carico domiciliare, intervengono - in relazione alle specificità dei bisogni - per lo più il servizio di assistenza domiciliare dei Comuni (Sad) e il servizio di cure domiciliari integrate (CDom). Il primo - gestito in modo associato dalle Aziende/Consorzi sociali dei Comuni -  risponde a bisogni di natura prettamente socioassistenziale e garantisce servizi quali l’igiene personale, il pasto, il supporto al disbrigo delle faccende domestiche, ecc.; il secondo -  di competenza delle ASST -  assicura, invece, prestazioni per lo più di natura sanitaria (infermieristiche o di aiuto infermieristico, fisioterapiche, ecc.) erogate da enti accreditati, pubblici e privati. Ad integrazione di questi servizi della rete consolidata, negli anni Regione Lombardia ha promosso e messo in campo ulteriori servizi innovativi e sperimentazioni a sostegno della domiciliarità – dalla misura “Rsa aperta” al “reddito per l’autonomia” – e governato le azioni collegate al Piano Nazionale non Autosufficienza attraverso le misure destinate alla disabilità grave (Misura B2) e gravissima (Misura B1).

 

Nucleo famigliare

Uno degli elementi che maggiormente qualifica queste misure è lo sguardo posto non solo alla persona beneficiaria in condizioni di fragilità ma anche al nucleo familiare di riferimento, attraverso azioni di supporto specificatamente dedicate al caregiver, come l’assistenza tutelare in assenza temporanea dello stesso o il sostegno psicologico. È però necessario sottolineare che questi servizi e queste misure risultano più facilmente attivabili e maggiormente rispondenti ai bisogni delle persone se nel contesto domiciliare possono aggiungersi al lavoro di cura prestato dai familiari o da personale assunto direttamente dalle famiglie – come ad esempio le assistenti familiari/badanti.

 

Come aderire

Il fondo caregiver familiare si concretizza nell’erogazione di un contributo economico fino ad un massimo di 1.200 euro, riconoscibile a fronte di spese sostenute dal caregiver per l’attivazione di servizi per la sostituzione temporanea del proprio intervento di cura. Nello specifico, il contributo consiste in un rimborso per spese sostenute nel periodo compreso tra il primo gennaio 2023 ed il 31 dicembre 2023 relative a: interventi domiciliari effettuati da enti qualificati nel settore dell’assistenza domiciliare a favore di persone con disabilità gravissima che necessitano di assistenza continuativa 24 ore su 24; interventi residenziali extra familiari e di formazione/addestramento del caregiver

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