17-04-2019 ore 18:15 | Rubriche - Costume e società
di Andrea Galvani

Avviso pubblico. Crescono ancora minacce e intimidazioni nella pubblica amministrazione

Incendi, aggressioni fisiche, insulti sui social network, spari verso case e auto, lettere e messaggi intimidatori, esplosivi: con questo hanno a che fare quotidianamente centinaia di donne e uomini che ricoprono un ruolo politico-amministrativo. Il rapporto 2018 della campagna Amministratori sotto tiro ha registrato un aumento di minacce e intimidazioni nella pubblica amministrazione del 170%. Nei giorni Maria Luise Polig, ha partecipato a Roma all’assemblea nazionale di Avviso pubblico, al quale il Comune di Pandino è associato dal 2006 insieme ad altre amministrazioni locali del Cremasco.

 

I dati a livello geografico

Nel 2018 sono stati censiti 574 atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, uno ogni 15 ore. Dal 2011, anno della prima edizione del Rapporto in cui furono censiti 212 casi, le minacce sono aumentate del 170%. Coinvolte tutte le regioni italiane (ad eccezione della Valle d’Aosta), per un totale di 84 Province e 309 Comuni. Analizzando i dati per macro-aree geografiche si evince che il 66% del totale dei casi censiti (379) si è registrato nel mezzogiorno – in particolare il 42% dei casi al sud e il 24% nelle isole – mentre il restante 34% del totale (195 casi censiti) nel centro-nord. Evidente l’incremento dei casi (da 52 a 93) nelle regioni del centro (16% del totale), che supera il nord-ovest (11%) e stacca il nord-est (7%). Il 14% delle intimidazioni è stato rivolto nei confronti di donne.

 

Sensibile aumento

Per il secondo anno consecutivo la Campania è la regione in cui sono state registrate il maggior numero di intimidazioni a livello nazionale, con 93 casi censiti (+8% rispetto al 2017). Segue la Sicilia con 87 casi (+10%). Al terzo posto la Puglia con 59 casi, al quarto la Calabria con 56. Al quinto la Sardegna con 52 casi (+8%). Al sesto posto la Toscana, che con 40 casi ha più che raddoppiato il numero di atti intimidatori registrati nel 2017, quando furono 19. Seguono Lombardia (39 casi), Lazio (36), Abruzzo (23) ed Emilia-Romagna (20). Fatta eccezione per quest’ultima regione, stabile rispetto al 2017, in tutte le altre si è registrato un sensibile aumento dei casi censiti.

 

Minacce e cultura

L’ 81% delle intimidazioni del 2018 sono state dirette alle persone (+5% rispetto al 2017). Nel 19% indirette: sono stati colpiti municipi, uffici e strutture di proprietà comunale o sono state distrutte e danneggiate strutture e mezzi adibiti al ciclo dei rifiuti, a servizi sanitari, idrici, elettrici e del trasporto pubblico. Tra le minacce di tipo indiretto, le intimidazioni rivolte a collaboratori e parenti. Le minacce non vengono unicamente da mafie o altre organizzazioni criminali, quanto da singoli cittadini o gruppi. Secondo il sindaco Polig “fare rete e fronte comune è l’arma più potente che abbiamo per scardinare comportamenti che sono in contrasto con la legalità. Dobbiamo stare uniti e non lasciare sole queste persone”. Fondamentale la sensibilizzazione tra i giovani: a Pandino, ad esempio, l’Istituto Comprensivo Visconteo aderisce al progetto Osservatorio sulla legalità, una rete provinciale tra istituti scolastici, enti locali e Forze dell’Ordine dedicata al rispetto delle regole e al riconoscimento di episodi sospetti o atteggiamenti omertosi.

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