16-03-2020 ore 20:50 | Rubriche - Costume e società
di Gloria Giavaldi

“State a casa”. L’appello di Arianna, 30 anni, immunodepressa e innamorata della vita

“Sono immunodepressa e ho paura. Ho paura per me, per mio padre, per i miei nipoti, per tutti”. Parla con un filo di voce, Arianna Piloni, trentenne di Bagnolo Cremasco, che dal 2015 combatte contro un cancro al cervello. “Per una persona immunodepressa combattere una banale infezione è impegnativo, figurarsi il coronavirus. Resto in casa e mi proteggo. Fatelo anche voi: meglio fermarsi un momento che perdere una vita intera”. Il suo è un appello vero. Di quelli che denotano un sincero attaccamento alla vita. Nonostante tutto. “Stare a casa oggi è un dovere. Ma può essere, prima di tutto, un’opportunità”. Per fermarsi, riordinare i ricordi, reinventarsi. “Prendetevi del tempo per voi stessi, per gli affetti. La vita è sempre vita. Anche se procede lentamente. Non sprecatela: è preziosa”.

 

Una vita luminosa

In ogni suo attimo. Anche quando gioca brutti scherzi. “Il 29 agosto del 2015 è cambiato tutto. Una scossa di terremoto mi ha attraversata ed ha scombinato i piani. Mi ha causato dolore, spesso sentivo pungere. Ho sempre pensato che il cancro fosse pungente come le punte di una stella. Per questo l’ho chiamato Stellato. Non voglio negare la realtà, so che sono malata ed ho un tumore, ma non voglio permettere alla sua oscurità di invadere la mia vita. La mia vita è luminosa e piena di colori. L’ho scoperto anche grazie alla psicoterapia e al training autogeno”.

 

La terapia del colore

Di colori che aspettano di essere stesi e spiegati. Un’impronta per volta. “Dipingo con le dita dal primo giorno di chemioterapia, grazie all’Associazione Lodigiana Amici di Oncologia (Alao) e all’arteterapista Mela Andena. “Ogni volta è un’emozione diversa. Il primo giorno di chemioterapia ho dipinto un albero, questa è l’unica cosa che ricordo. Uso tutti i colori, anche quelli che mi fanno paura, perché una tela bianca merita di essere riempita di paure e sorrisi, merita di raccontare l’Arianna più vera”. Quella che aveva paura di mostrare o forse di scoprire. “L’isolamento fa paura. Nel reparto di oncologia vedevo la vita scorrere fuori dalla finestra, ma non ho mai perso la speranza. Mi sono aggrappata alla pittura, alle canzoni, alla scrittura. Ho riscoperto il piacere di vivere, buttando via ciò che era superfluo. Ho fatto rivivere vecchi ricordi e abbracciato nuovi amici”.

 

Andrà tutto bene”

Ché, in fondo, la vita si vive con il coraggio di guardare sempre avanti: “Andrà tutto bene”. Basta crederlo e, al momento, stare in casa. “L’augurio che faccio a ciascuno è di riscoprirsi. Di riscoprire la bellezza del tempo e la forza che c’è in ciascuno di noi”. La stessa che le consente di sorridere ogni giorno. Dietro una mascherina. Perché certi sorrisi meritano di essere svelati poco a poco.

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